L’Italia verso una nuova stretta in vista delle festività natalizie, seppure le forze politiche siano divise in merito alle soluzioni da adottare per evitare una terza ondata di contagi da covid-19 a gennaio. Tra le opzioni al vaglio del governo, una zona rossa nazionale in alcuni giorni, in cui sarebbero garantiti solo i servizi essenziali o una grande zona arancione per tutto il periodo natalizio con negozi aperti e ristoranti chiusi.
La decisione del governo, dopo i colloqui con il Comitato tecnico scientifico (Cts), dovrebbe arrivare nelle prossime ore, tra stasera e mercoledì. Anche perché l’obiettivo delle nuove misure sarebbe quello di rendere impossibili gli assembramenti non solo domestici, ma anche quelli da shopping che si sono visti nei giorni scorsi in tutte le grandi città.
Una delle ipotesi è quella di una zona rossa nazionale dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio.
Di fatto si tratterebbe di un lockdown con solo i servizi essenziali aperti e forti limitazioni sugli spostamenti.
L’altra ipotesi è quella di una sorta di grande zona arancione.
In questo secondo caso, i negozi resterebbero aperti, mentre i ristoranti chiusi. E sarebbero possibili gli spostamenti all’interno del proprio comune.
Verrebbe anticipato il coprifuoco: alle 18 oppure alle 20.
Possibile anche l’ipotesi di un compromesso tra le due misure: una zona arancione nazionale dal 24 dicembre al 6 gennaio, con una zona rossa nazionale solo in alcuni giorni festivi e prefestivi (dalla vigilia a Santo Stefano, da San Silvestro a Capodanno).
Da più parti è stata esclusa la possibilità di un lockdown nazionale di settimane sul modello tedesco.
Anche per quanto riguarda gli spostamenti, poi, potrebbero esserci dei cambiamenti in arrivo.
In base all’ultimo Dpcm, nei giorni di festa è vietato spostarsi tra comuni. A farsi spazio è però l’ipotesi di una possibile deroga: potrebbero essere consentiti gli spostamenti tra piccoli comuni (sotto i 10mila abitanti), entro un certo numero di chilometri (forse 20). Per evitare esodi prima di Natale, comunque, c’è sul tavolo anche l’ipotesi di bloccare gli spostamenti dal 19 dicembre.
Nella maggioranza, comunque, ancora si discute sulle misure. L’ipotesi della zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi non vede d’accordo tutti. E poi c’è il nodo ristori: la chiusura di negozi, bar e ristoranti porterebbe i gestori a chiedere un ulteriore sostegno economico.
Per il Cts la stretta è necessaria ed è legata all’impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall’altro a dati dell’epidemia ancora “preoccupanti”. “Bisogna estendere le misure, altrimenti a gennaio saremo nei guai”, hanno detto gli esperti. E hanno esortato a potenziare i controlli sul rispetto delle misure già in vigore.
Il Cts opterebbe per la zona rossa, magari con alcune concessioni: ad esempio, potrebbe essere consentito uno sfogo all’aperto per i bambini.