Gli scavi di Pompei continuano a consegnare reperti storici: l’ennesimo ritrovamento sensazionale riguarda i corpi integri di due fuggiaschi. Un quarantenne signore di rango avvolto in un caldo mantello di lana e il suo giovane schiavo in tunica, con le ossa già provate da anni di durissimo lavoro. Il ritrovamento è avvenuto nei giorni della pandemia.
Per la prima volta dopo più di 150 anni è stato possibile realizzare i calchi perfettamente riusciti delle vittime e delle cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione.
Secondo quanto riferito dall’Ansa, il ritrovamento è avvenuto solo alcuni giorni fa nello scavo in corso dal 2020 nella grande villa suburbana a Civita Giuliana, 700 metri a nord ovest di Pompei, dove il Parco Archeologico è al lavoro già dal 2017, con uno scavo condotto in sinergia con la Procura di Torre Annunziata e nato per fermare gli scavi clandestini dei tombaroli che qui hanno lasciato ampie tracce della loro attività.
È la stessa villa nelle cui stalle, due anni fa, sono stati trovati i resti di tre cavalli di gran razza e in particolare di uno splendido sauro completamente bardato con una raffinata sella in legno e bronzo e luccicanti finimenti come se l’uscita del padrone di casa – forse un comandante militare, forse un alto magistrato – dovesse essere imminente. E si tratta anche della stessa residenza dove qualche mese fa è stato scoperto il muro affrescato con il fiore bianco e il graffito col nome della piccola Mummia, la bimba che potrebbe essere stata la figlia dei signori proprietari di quella tenuta.
Le immagini dei calchi sono impressionanti, con il gesso che sembra aver restituito ai due poveretti persino le vene pulsanti nelle mani contratte dal dolore.
Accanto ai corpi un ammasso di stoffa pesante, che la tecnica dei calchi ha rivelato essere un altro pesante manufatto in lana, forse un secondo mantello, forse una coperta. Lo scavo, ancora in corso, potrà forse chiarire meglio nei prossimi mesi il ruolo di questi due uomini e dove fossero diretti, se per esempio stavano raggiungendo negli ambienti ipogei del criptoportico il resto della grande famiglia allargata che popolava la tenuta e che probabilmente già dal primissimo mattino aveva cercato salvezza negli ambienti sotto alla grande terrazza. Le conoscenze accumulate negli ultimi anni sugli ultimi istanti di Pompei possono comunque già dirci quando i due poveretti hanno vissuto la loro ultima brutta avventura.