Non si placa l’emergenza coronavirus e l’incremento dei contagi continua a rivelarsi direttamente proporzionale a quello dei “nuovi poveri” ovvero le persone particolarmente provate dalla crisi economica introdotta dalla pandemia e che si aggiungono ai bisognosi che da tempo fronteggiano indigenza e stenti. In perenne aumento la richiesta di aiuti alimentari da parte di cittadini in seria difficoltà. Una domanda che le associazioni e i gruppi di volontari presenti sul territorio campano faticano a soddisfare da soli.
Un campanello d’allarme riportato nero su bianco dalle Caritas diocesane che lo scorso martedì hanno scritto una lettera al governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Uno scenario tutt’altro che rincuorante quello prospettato dai direttori delle Caritas campane: mense e dormitori ipersaturi, volontari insufficienti a soddisfare la mole delle richieste di aiuto che giungono agli sportelli parrocchiali e diocesani, difficoltà a raggiungere tutti gli anziani e le famiglie con minori e disabili che chiedono sostegno di ogni tipo: dagli alimenti alla connessione per la didattica a distanza, dalla compilazione dei moduli per i sussidi economici a farmaci e assistenza sanitaria.
Di seguito si riporta il testo della lettera inviata dal governatore De Luca dai direttori delle Caritas della Campania:
“Gentile Presidente De Luca,
a seguito delle notizie che annunciano un nuovo “blocco totale”, i direttori delle Caritas campane si sono riuniti via web sabato 24 per fare una riflessione sugli scenari a cui andremo incontro. Durante la prima ondata, quella dell'”andrà tutto bene”, le nostre Caritas hanno assistito una marea di”invisibili” che decine di DPCM, ordinanze e decreti non hanno nemmeno sfiorato: chi una casa non ce l’ha, e quindi non poteva “restare a casa”; chi non ha gli strumenti per decriptare norme, misure e indirizzi sanitari, sociali, economici; chi non sa compilare un modulo; chi non ha una connessione in casa per seguire i social o garantire l’istruzione ai minori; chi associa tre componenti letali: disagio economico, solitudine e disagio psichico… la lista potrebbe essere più lunga: una visita ai nostri dormitori e alle mense ci risparmierebbe tante parole.
Il Santo Padre, nell’ultima Enciclica “Fratelli tutti” ci dice: Nessuno può affrontare la vita in modo isolato (…). C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! (…) Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”
Sono passati cinque mesi, questi invisibili sono diventati fantasmi. Non ne siamo usciti migliori, signor Presidente. Perciò,come Caritas di tutta la Regione Campania avvertiamo l’urgenza,ormai indifferibile, di scriverle questa lettera alla luce della preoccupante situazione sociale che registriamo quotidianamente. Anche alla seconda ondata del Covid, signor Presidente, i servizi pubblici risultano totalmente in difficoltà. Motivo per cui la pressione sui nostri servizi è altissima. Ma noi non ci sottraiamo.
Ma questo nostro “non sottrarci” non deve essere scambiato per una silente rassegnazione a servire senza parlare, senza denunciare, senza svolgere quella funzione di Advocacy che è nostra. La situazione, signor Presidente, è preoccupante. E noi siamo soli. Lo ripetiamo: le Caritas sono sole. Sole! Con volontari impagabili, ma impauriti. Strutture sotto stress e già ai limiti delle capienze. Sole e senza risorse sufficienti.
Signor Presidente,i poveri che assistiamo ordinariamente sono precipitati sotto le ultime soglie di dignità ammissibili. E gli impoveriti della prima ondata si stanno ripresentando in questi giorni ancora più impoveriti: parliamo di persone che hanno sempre lavorato nella vita, parliamo di anziani soli, parliamo di mamme con figli che non svolgono più lavori saltuari, di padri separati –anche di discreto livello culturale –in crisi professionale.
Le misure nazionali e regionali non guardano a queste categorie. Guardano, legittimamente, altrove. Ma ciò significa che questa sacca di povertà vera e incontestabile, non solo dichiarata dinanzi a un modulo telematico, è tutta integralmente a nostro carico. I servizi sotto pressione sono i dormitori, le mense, le attività di assistenza alle famiglie in blocco sanitario, i giovani e i bambini, gli anziani e le persone con abilità diversa. Questi cardini delle politiche sociali sono ormai abbandonati a se stessi.
Signor Presidente, le chiediamo di mettersi in “ascolto”.
La Delegazione Caritas Campania può essere un interlocutore privilegiato per la Regione. Istituisca a fianco al Comitato tecnico-scientifico un “Comitato sociale” che la aiuti a capire tutti gli effetti del Covid così da strutturare interventi di sostegno che includano tutti, anche gli “invisibili”.
Noi saremo sempre disponibili a mettere insieme tutte le nostre forze, in rete con le altre realtà territoriali, perché nessuno rimanga solo e disperato. Le auguriamo buon lavoro nella piena consapevolezza delle responsabilità che ha e a cui deve rispondere”.
In questo clima è maturata una decisione molto sofferta per gli “Angeli di Strada di Villanova”: la tensione sociale sempre più alta tra i senzatetto e la paura di esporsi al rischio di contagio hanno portato il gruppo di volontari da anni ormai ad optare per la sospensione dell’attività di distribuzione di beni di prima necessità ai senza fissa dimora napoletani nella quale sono impegnati tutti i lunedì da più di 5 anni.
L’associazione presieduta da Marcello Ciucci, tutti i lunedì, compresi i festivi, era sempre scesa in strada per tendere una mano ai bisognosi partenopei che convergono in diversi punti di raccolta per assicurarsi un pasto, indumenti e non solo. Campi Flegrei, Gianturco, la stazione di Porta Nolana, l’ex mercato del pesce e la zona del porto di via Marina: in circostanze normali sono già tante le tappe da coprire e le esigenze da soddisfare, soprattutto in vista dell’inverno, al cospetto dell’ennesima e temutissima emergenza freddo.
Ciononostante, gli “Angeli di Strada di Villanova” non intendono restare a guardare, ma seguitano a rimboccarsi le maniche per garantire in ogni caso il loro prezioso contributo alla causa dei tanti bisognosi napoletani.
Ripartite le spese solidali, nella giornata di martedì 3 novembre ne sono state consegnate una dozzina. Ripristinati anche i carrelli solidali. Inoltre, così come è sempre stato dallo scorso 9 marzo e ancor prima da quando è stato integrato il servizio docce presso l’istituto delle suore Vincenziane di Napoli, in via Arco Morelli, il gruppo di volontari contribuisce a fornire cibi e beni di prima necessità per dare man forte alla mensa che allo stato attuale garantisce il pasto a 65 persone. Le bocche da sfamare raggiunsero quota 110 durante il periodo primavera/estate del post lockdown.