Doveva essere la notte di protesta dei commercianti esasperati dal coprifuoco e ancor più intimoriti dal lockdown annunciato da De Luca nel corso della consueta diretta facebook del venerdì e invece si è tramutata nell’ennesima rappresaglia che ha conquistato la ribalta nazionale, suscitando la forte indignazione dell’opinione pubblica.
Per capire come una protesta civile possa tramutarsi in guerriglia urbana è necessario fare un passo indietro e ricostruire quanto accaduto nelle ore precedenti.
Durante la giornata di venerdì 23 ottobre, in particolar modo nelle ore pomeridiane, sui social e sulle chat circolava un messaggio dai contenuti espliciti e che invitava i cittadini a radunarsi a Santa Lucia, nei pressi della sede della regione Campania per ribellarsi al coprifuoco, al quale poi si è aggiunto il pericolo dell’imminente lockdown. Il messaggio annunciava la presenza di 100mila persone in strada, mentre sui social con collegamento all’hashtag #nolockdown circolavano messaggi dai contenuti ben più espliciti che fomentavano le masse ad intraprendere azioni violente. In particolar modo, l’incitamento giunto da più parti e rivolto ai manifestanti era “aggredire giornalisti e forze dell’ordine”, identificando in queste due categorie i principali artefici e responsabili di questa situazione.
Le forze dell’ordine, colpevoli di essere al servizio dello Stato e, in quanto tali, complici e conniventi di un sistema che sta danneggiando ed impoverendo le fasce sociali più provate dall’emergenza coronavirus, mentre la colpa della stampa è quella di pilotare notizie e divulgare le informazioni che favoriscono “il sistema”, a discapito delle verità più sommerse che non trovano mai spazio sui media, perchè scomode per i poteri forti.
Un urlo di battaglia al quale hanno risposto con la presenza centinaia di cittadini: in primis, commercianti esasperati, costretti a chiudere le loro attività, ma anche i membri dei centri sociali di sinistra e gli estremisti di Forza Nuova, i comitati delle periferie, gli ambulanti, ma anche i gruppi organizzati del tifo napoletano.
Quando il corteo partito da più zone della città è giunto in prossimità di Palazzo Santa Lucia, a suon di slogan urlati contro il presidente Vincenzo De Luca, si sono registrati gli attimi più concitati della serata più lunga di Napoli ai tempi del coronavirus.
La polizia ha fermato in flagranza di reato due uomini con precedenti penali, durante il tentativo di assedio alla Regione Campania mentre lanciavano bottiglie e oggetti contundenti alle forze dell’ordine.
Due manifestanti fermati con precedenti penali, almeno sei tra poliziotti e carabinieri contusi, diversi giornalisti aggrediti dai manifestanti: questo il bollettino delle serata di guerriglia andata in scena a Napoli e sulla quale concorrerà a far luce l’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli.