Un bollettino periodico con i dati ufficiali. Incontri sui territori, anche in modalità online. Momenti
di formazione congiunta con giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine.
Sono le proposte operative formulate nel corso della riunione del Centro di coordinamento sugli atti
intimidatori nei confronti dei giornalisti svoltasi oggi.
All’incontro, in videoconferenza, hanno preso parte la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese; il
viceministro Matteo Mauri; il capo di Gabinetto, Matteo Piantedosi; il capo della Polizia, Franco
Gabrielli; il prefetto Vittorio Rizzi, vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza e presidente
dell’organismo permanente di supporto al Centro di coordinamento. Per la Federazione nazionale
della Stampa italiana era presente il presidente Giuseppe Giulietti; per il Consiglio nazionale
dell’Ordine dei giornalisti la vicepresidente Elisabetta Cosci e il segretario Guido D’Ubaldo.
«Grazie innanzitutto alle strutture nazionali e territoriali per la sensibilità e l’attenzione dimostrata
sul tema delle minacce ai cronisti e per quanto fatto, sia quando hanno tempestivamente risposto
con vigilanza e scorte agli episodi di intimidazione, sia quando hanno segnalato gli intollerabili
tentativi di “autominaccia”», ha esordito Guilietti.
«Abbiamo sollecitato le strutture competenti – ha aggiunto, anche a nome del segretario generale
della Fnsi, Raffaele Lorusso – a verificare tutte le posizioni e a procedere in caso di false denunce di
intimidazioni. Casi che ci vedranno parte civile in tribunale perché riteniamo che episodi di questo
tipo mettano a rischio il lavoro dei colleghi e tradiscano l’articolo 21 della Costituzione».
83 gli episodi di minacce nei confronti dei giornalisti nei primi sei mesi del 2020, in aumento sia
rispetto al 2019 (87 casi nei dodici mesi) che rispetto al 2018 (73 casi). 37 gli episodi legati a
motivazioni socio-politiche, 10 quelli legati alla criminalità organizzata. Quasi un episodio su due si
è consumato tramite internet e i social. Lazio, Campania, Sicilia, Calabria e Lombardia le regioni
con il maggior numero di atti intimidatori registrati al 16 giugno 2020: 70 degli 83 totali.
Di fronte a questa preoccupante escalation, confermata dal Viminale, la Fnsi ha chiesto, ottenendo
la disponibilità della ministra Lamorgese, che si valuti la possibilità di fornire i dati ufficiali
dell’Osservatorio con cadenza prefissata mensile o trimestrale, così da orientare l’iniziativa
coordinata di tutte le istituzioni. E di promuovere incontri sui territori, a partire da Caserta, e in
particolare nelle regioni considerate più a rischio, con il coinvolgimento delle Prefetture, delle
Associazioni regionali di Stampa e degli Ordini regionali.
«Il continuo incremento delle minacce via social, che raggiungono forme particolarmente gravi nei
confronti delle giornaliste, richiedono inoltre momenti di formazione congiunta con le strutture
preposte della Polizia postale, per comprendere la rilevanza quantitativa e qualitativa del fenomeno
e studiare le più opportune forme di contrasto», ha aggiunto Giulietti, che ha infine rivolto un
ringraziamento alle donne e agli uomini impegnati nei servizi di scorta ai giornalisti minacciati.