Prete in carcere per dire messa: sorpreso con 9 cellulari nascosti nel tabacco

E’ balzato immediatamente agli onori della cronaca la vicenda del sacerdote che durante la mattinata di domenica 7 giugno si è recato nel carcere casertano di Carinola per celebrare messa ed è stato sorpreso in possesso di diversi telefoni cellulari.

I cellulari erano trafugati nelle buste di tabacco che voleva consegnare ai detenuti. La polizia penitenziaria ha scoperto i dispositivi, completi di caricabatteria e cavetti usb.

Il sacerdote, un assistente del cappellano titolare, ha risposto per ore alle domande del pm di turno, mentre le forze dell’ordine cercano di capire a quali reclusi fossero diretti i telefonini e chi abbia consegnato al prete il carico nascosto nel tabacco. La posizione dell’assistente cappellano è al vaglio della procura di S. Maria Capua Vetere, anche se in Italia l’introduzione di cellulari in carcere – a differenza di quanto avviene in altri Paesi – non è reato, questione su cui da tempo i sindacati di polizia penitenziaria chiedono interventi.

Il sacerdote, P.M., è ben noto nel carcere di Carinola – istituto di ‘media sicurezza’ con circa 500 detenuti – anche perché segue i reclusi con permessi di lavoro al di fuori della struttura.

Questo genere di episodi sono moltiplicati all’interno delle carceri italiane da quando, per effetto dell’emergenza coronavirus sono stati sospesi i colloqui con i parenti.