Da mercoledì 3 giugno l’Italia compierà un altro importante passo in avanti verso il ritorno alla normalità. Ok agli spostamenti tra regioni e chi arriva nel nostro Paese dall’estero non avrà più l’obbligo di trascorrere un periodo di quarantena. Un primo passo verso l’avvio di una nuova normalità che era stato previsto dal Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 17 marzo ed è stato confermato poi in un annuncio del governo lo scorso venerdì 29 maggio, sulla base degli ultimi dati del monitoraggio dell’epidemia svolto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute.
Dal 3 giugno non ci saranno, dunque, più limitazioni agli spostamenti tra Regioni e non sarà più necessaria l’autocertificazione, ma Palazzo Chigi sottolinea tuttavia che i viaggi interregionali “potranno comunque essere limitati, solo con provvedimenti statali (decreti del Presidente del Consiglio dei ministri o ordinanze del Ministro della salute), in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”.
Non sarà ancora, però, un “liberi tutti”: anzi. Proprio perché il governo ha autorizzato la mobilità tra tutte le Regioni senza limitazioni per quei territori che ancora oggi sono i più colpiti dal virus, ovvero Lombardia e Piemonte, occorrerà prestare grande attenzione al rispetto delle norme di sicurezza in in modo da contenere il contagio da coronavirus, evitando il rischio – ancora concreto – di una seconda ondata di infezioni.
Ecco cosa cambia e cosa non potremo ancora fare a partire dal 3 giugno.
Viaggi all’estero: dal 3 giugno sono consentiti gli spostamenti da e per gli Stati membri dell’Unione europea; Stati che fanno parte dell’accordo di Schengen (gli Stati non Ue che aderiscono all’accordo sono: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera); Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord; Andorra, Principato di Monaco; Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.
Dal 3 giugno, inoltre, “le persone che entrano o rientrano in Italia da questi Paesi”, stando alle indicazioni fornite dalla Presidenza del Consiglio, “non saranno più sottoposte a sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario per 14 giorni, a meno che non abbiano soggiornato in Paesi diversi nei 14 giorni anteriori all’ingresso in Italia”. Dal 3 al 15 giugno “agli spostamenti da e per Stati diversi rispetto a quelli sopra elencati continuano ad applicarsi le stesse regole che fino al 2 giugno valgono per tutti gli spostamenti da e per l’estero”.
In auto si può viaggiare tutti insieme solo se si fa parte dello stesso nucleo familiare, altrimenti saranno consentite al massimo 2 persone, entrambe con la mascherina: il guidatore e un solo passeggero sul sedile posteriore. Tre persone, invece, se la macchina è dotata di tre file di sedili. Conseguentemente, in moto si dovrà viaggiare da soli: ammessi i “passaggi” solo per familiari o chi vive nella stessa casa. Come su altri temi, però, le regioni possono andare per conto proprio.
Da mercoledì 3 giugno l’Italia compierà un altro importante passo in avanti verso il ritorno alla normalità. Ok agli spostamenti tra regioni e chi arriva nel nostro Paese dall’estero non avrà più l’obbligo di trascorrere un periodo di quarantena. Un primo passo verso l’avvio di una nuova normalità che era stato previsto dal Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 17 marzo ed è stato confermato poi in un annuncio del governo lo scorso venerdì 29 maggio, sulla base degli ultimi dati del monitoraggio dell’epidemia svolto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute.
Dal 3 giugno non ci saranno, dunque, più limitazioni agli spostamenti tra Regioni e non sarà più necessaria l’autocertificazione, ma Palazzo Chigi sottolinea tuttavia che i viaggi interregionali “potranno comunque essere limitati, solo con provvedimenti statali (decreti del Presidente del Consiglio dei ministri o ordinanze del Ministro della salute), in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”.
Non sarà ancora, però, un “liberi tutti”: anzi. Proprio perché il governo ha autorizzato la mobilità tra tutte le Regioni senza limitazioni per quei territori che ancora oggi sono i più colpiti dal virus, ovvero Lombardia e Piemonte, occorrerà prestare grande attenzione al rispetto delle norme di sicurezza in in modo da contenere il contagio da coronavirus, evitando il rischio – ancora concreto – di una seconda ondata di infezioni.
Ecco cosa cambia e cosa non potremo ancora fare a partire dal 3 giugno.
Viaggi all’estero: dal 3 giugno sono consentiti gli spostamenti da e per gli Stati membri dell’Unione europea; Stati che fanno parte dell’accordo di Schengen (gli Stati non Ue che aderiscono all’accordo sono: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera); Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord; Andorra, Principato di Monaco; Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.
Dal 3 giugno, inoltre, “le persone che entrano o rientrano in Italia da questi Paesi”, stando alle indicazioni fornite dalla Presidenza del Consiglio, “non saranno più sottoposte a sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario per 14 giorni, a meno che non abbiano soggiornato in Paesi diversi nei 14 giorni anteriori all’ingresso in Italia”. Dal 3 al 15 giugno “agli spostamenti da e per Stati diversi rispetto a quelli sopra elencati continuano ad applicarsi le stesse regole che fino al 2 giugno valgono per tutti gli spostamenti da e per l’estero”.
In auto si può viaggiare tutti insieme solo se si fa parte dello stesso nucleo familiare, altrimenti saranno consentite al massimo 2 persone, entrambe con la mascherina: il guidatore e un solo passeggero sul sedile posteriore. Tre persone, invece, se la macchina è dotata di tre file di sedili. Conseguentemente, in moto si dovrà viaggiare da soli: ammessi i “passaggi” solo per familiari o chi vive nella stessa casa. Come su altri temi, però, le regioni possono andare per conto proprio.