Le misure previste dal governo per rilanciare l’economia bloccata dalla crisi e dal Covid-19: interventi per 55 miliardi, 256 articoli e 464 pagine.
«Abbiamo impiegato un po’ di tempo ma posso assicurarvi che non abbiamo impiegato un minuto di più di quello strettamente necessario per un testo così complesso». Dopo circa due ore di Consiglio dei ministri, e soprattutto dopo oltre un mese e mezzo di promesse e attese, ieri sera – mercoledì 13 maggio – il premier Giuseppe Conte ha annunciato l’approvazione del decreto Rilancio, l’ormai ex decreto Aprile, per sostenere lavoratori, imprese e famiglie travolte dall’emergenza coronavirus.
Un maxi decreto da 256 articoli, 464 pagine, con 55 miliardi stanziati, «un testo complesso — dice Conte — pari a due Manovre, un lavoro incredibile per orientare l’economia a una pronta ripartenza». E alle forze politiche lancia un messaggio: «Spero che maggioranza e opposizione possano migliorare il testo in Parlamento». Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri lo definisce un «decreto imponente per risorse, indirizzi forti per sostenere famiglie, imprese e sistema sanitario, ma anche per gettare le basi per la ripresa dell’economia».
È il decreto per la fase 2 dell’Italia dunque, «un mosaico che tiene dentro tutto», dice il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, che va dal sostegno alle imprese con circa 16 miliardi tra contributi a fondo perduto per le più piccole alla capitalizzazione delle più grandi, dallo stop dell’Irap al taglio di bollette e affitti. E poi ci sono i lavoratori, 25,6 miliardi per gli ammortizzatori sociali, rinnovati (con altre 9 settimane di cassa integrazione) o allargati (con i bonus anche per chi non li ha avuti prima). Aiuti per le famiglie e oltre 3 miliardi per la sanità con l’assunzione di quasi 10mila infermieri. E ancora: 1,4 miliardi per l’università e 4 mila nuovi ricercatori ed ecobonus al 110% «per ristrutturazioni green» per far ripartire l’edilizia.
Questa è «la premessa per concretizzare la ripresa», dice Conte, che promette «di recuperare il tempo perduto», sulla cassa integrazione soprattutto: «Non ci sono sfuggiti i ritardi e cerchiamo di rimediare, confidiamo di erogare gli ammortizzatori ancora più speditamente di come accaduto finora». E assicura di «semplificare e fare in modo che le risorse stanziate arrivino in modo semplice, rapido e veloce».