Il terzo giorno della fase 2 è stato animato dai colpi di pistola della camorra, tornata a farsi sentire dopo “il riposo forzato” dall’emergenza coronavirus.
Due episodi distinti, uno nella periferia orientale di napoli, l’altro in provincia: “la tempesta dopo la quiete”, introdotta a suon di spari ed agguati dalla criminalità organizzata.
A Napoli est, in una zona di confine tra i quartieri Ponticelli e Barra, nel mirino dei sicari è finito un 50enne pregiudicato e residente a Ponticelli, L. F., raggiunto da un proiettile al gluteo.
Trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, poco distante dal luogo in cui sarebbe maturato l’agguato, le persone che lo hanno accompagnato in auto, lo hanno lasciato all’interno del pronto soccorso per poi dileguarsi rapidamente. Un mistero nel mistero sul quale gli inquirenti confidano che le numerose videocamere presenti lungo la strada possano far luce.
Secondo quanto riferito agli inquirenti dalla vittima del raid, i sicari sarebbero entrati in azione nel primo pomeriggio di mercoledì 6 maggio, in via Mastellone. L’uomo ha raccontato di aver visto sopraggiungere un’auto con diverse persone a bordo e poi ha udito l’esplosione ed è stato raggiunto dal colpo d’arma da fuoco che lo ha colpito al gluteo. Un raid intimidatorio, dunque, con i sicari che hanno puntato agli arti inferiori l’arma, con il probabile intento di “avvertire” e non uccidere.
Il 50enne, giunto in ospedale in condizioni critiche, seppure non sia in pericolo di vita, è stato sottoposto ad intervento chirurgico per estrarre il proiettile che ha provocato un’emorragia interna e plurime fratture.
Tutt’altro che difficile ipotizzare le motivazioni dell’agguato: con i De Luca Bossa al comando del quartiere, forti dell’alleanza degli “amici di Barra”, sono tanti gli “aspiranti leader” che mirano a scalzare il sodalizio criminale egemone nella zona di Ponticelli e Barra da quando è terminata l’era dei De Micco.
Nell’arco della stessa giornata, sempre nel primo pomeriggio, a Torre Annunziata i killer della malavita locale sono entrati in azione per mettere a segno un agguato rivolto a un affiliato del clan Gionta, pluripregiudicato e scarcerato da poco più di un mese: il 50enne G. C., marito della figlia del boss ergastolano Valentino Gionta.
I sicari, in questo caso, hanno agito con l’intento di ucciderlo, ma anche in questo caso, il 50enne è rimasto ferito e trasportato immediatamente dai parenti all’ospedale di Boscotrecase.