La Fase 2 dell’emergenza coronavirus che dovrebbe entrare in vigore dal 4 maggio potrebbe essere differenziata nelle varie regioni: tre macro-aree nord, centro e sud. Tra le ipotesi al vaglio del governo per il decreto riaperture c’è il via libera all’attività sportiva lontano da casa e quella di riaprire bar e ristoranti, seppur con una serie di limitazioni. Ipotesi non definitive, anche per quanto riguarda il calendario delle possibili riaperture.
Nel decreto che andrà in vigore dal 4 maggio il governo guidato da Giuseppe Conte potrebbe così inserire la ripresa dell’attività fisica e sportiva all’aperto anche lontano da casa, sempre con il rispetto delle distanze di sicurezza. Via il limite dei 200 metri dalla propria residenza, insomma, si potrà correre da soli mantenendo la distanza dalle altre persone e solo per il tempo necessario alla sessione. Il viceministro della Salute, Pieparpaolo Sileri, ha spiegato che “dobbiamo dare maggiore libertà di movimento ai cittadini e la soluzione possibile è questa che tiene conto anche del senso di responsabilità delle persone. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha già applicato questa regola e mi sembra che sia ragionevole, anche perché tiene conto delle esigenze dei cittadini e i controlli in coreo possono evitare abusi”.
In discussione c’è la riapertura dei parchi sul quale non c’è invece un orientamento definito e si attende il parere del comitato tecnico scientifico che arriverà nei prossimi giorni. Sicuramente la riapertura di ville e giardini non potrà comunque arrivare prima del 4 maggio in modo da superare i “ponti” festivi del 25 aprile e del 1 maggio.
Sulle misure si sta ancora ragionando, anche in base alle risorse a disposizione, e tra le ultime ipotesi al ministero della Famiglia si sta studiando un bonus figli probabilmente una tantum. Di certo ci sarà il prolungamento di cig e Naspi, con un costo che potrebbe essere ben superiore al Cura Italia, di almeno 15 miliardi. Il reddito di emergenza, che dovrebbe affiancare il reddito di cittadinanza, dovrebbe assorbire nelle intenzioni di Nunzia Catalfo, circa 3 miliardi, ma la cifra potrebbe alla fine dei conti essere inferiore. Per la garanzia alla liquidità delle imprese lo stanziamento sarà complessivamente di circa 30 miliardi di euro tra Fondo di garanzia per le Pmi e Sace, mentre l’aumento del bonus autonomi da 600 a 800 euro farà lievitare i 3 miliardi di marzo, a meno che non si opti per interventi più selettivi.
Stefano Patuanelli è al lavoro sugli indennizzi a fondo perduto alle imprese, con uno stanziamento minimo di 4 miliardi che però potrebbe lievitare anche a decine di miliardi se si decidesse di prendere a punto di riferimento l’esempio della Germania, che ha concesso ristori per 10.000 euro ad impresa. Alle Pmi potrebbe infine essere concessa anche una sospensione delle tariffe energetiche, con finanziamenti che andrebbero a ridurre gli oneri di sistema in bolletta.