Il premier Giuseppe Conte annuncia che non ci sono ancora notizie certe in merito al termine della quarantena, si entrerà nella fase 2, annunciata nella conferenza stampa di ieri, mercoledì 1 aprile, ovvero quella che porterà gli italiani a “convivere con il virus”, solo quando gli esperti comunicheranno che i tempi sono maturi e solo a partire da alcuni settori.
In merito alle misure economiche, Conte torna sul decreto per assicurare liquidità alle imprese – che si spera di portare al Consiglio dei Ministri già venerdì prossimo – e poi sul varo, che si auspica prima di Pasqua, di una sorta di manovra di nuove misure rilevanti, sulle quali primeggia il Reddito di Emergenza che dovrebbe riguardare le famiglie che non hanno accesso agli ammortizzatori fin qui previsti. Entrerà a far parte del Decreto Aprile su cui il governo lavora in queste ore.
Il provvedimento conterrà anche un prolungamento della cassa integrazione con causale Covid 19. Lo ha anticipato il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.
“Serviranno circa 3 miliardi. Comunque, sto facendo le stime esatte per quantificare la platea e, quindi, le risorse” ha detto Catalfo. “Il reddito di cittadinanza è composto da due voci: 500 euro di reddito vero e proprio più altri 280 euro di contributo per la casa. Pensiamo, per il reddito di emergenza, a una cifra superiore alla prima voce” continua la ministra.
“Sono sicura -ha spiegato ancora Catalfo- che metteremo in campo una misura che avrà l’appoggio dell’intero governo. In una situazione di emergenza come questa è necessario aiutare tutte le famiglie in difficoltà”. E chi prende attualmente il reddito di cittadinanza, assicura Catalfo, “deve stare tranquillo, non cambierà nulla. Anzi, sto pensando a un ulteriore allargamento della platea dei beneficiari, allentando il criterio della proprietà della casa. Sarà un allargamento a tempo, anche per aiutare le imprese aumentando i consumi e la domanda aggregata”.
Il Rem spetterà a tutti i lavoratori che non sono coperti dagli ammortizzatori sociali e dagli attuali bonus previsti per far fronte all’emergenza Coronavirus. Per esempio, colf e badanti (che, in realtà, non si esclude possano invece rientrare già nel fondo di ultima istanza previsto dal Cura Italia), altre tipologie di lavoratori autonomi non coperti dagli attuali indennizzi. Saranno compresi, par di capire, anche coloro che lavorano in nero. Si parla di una somma analoga a a quella prevista per gli altri autonomi professionisti, quindi 600 euro.