Nelle ore in cui l’emergenza coronavirus consegna numeri allarmanti, dalle cure sperimentali frutto della collaborazione tra il Pascale e l’azienda dei Colli continuano ad arrivare segnali che lasciano ben sperare. Superati i mille pazienti positivi in Campania, con 136 i pazienti ricoverati nelle strutture dell’Azienda dei Colli, di Napoli, tra gli ospedali Cotugno, centro di riferimento regionale per le malattie infettive, e Monaldi. Esaurita la disponibilità di posti letto, in regime di ricovero ordinario, che comprende anche una quota di sub intensiva. Tutti occupati i posti attualmente disponibili. Dei 136 ricoverati, 127 sono casi confermati di positività al coronavirus, mentre per altri 9 pazienti si è in attesa dell’esito dei tamponi. In Terapia intensiva, al momento sono ricoverate 15 persone, in tutto. Nell’Ospedale Monaldi, si contano altri 6 posti letto ‘liberi’ nel reparto di terapia intensiva. A breve, al Cotugno saranno attivati nuovi posti letto nella palazzina da poco ristrutturate, per far fronte ai ricoveri in aumento.
Intanto, giunge una notizia che lascia ben sperare: altri quattro pazienti che erano in rianimazione a Napoli per covid19 sono stati estubati durante la giornata odierna, dopo essere stati trattati con il Tocilizumab. A renderlo noto è il dottor Vincenzo Montesarchio, infettivologo dell’ospedale Cotugno di Napoli, che ha dato il via alla cura insieme al collega Paolo Ascierto del Pascale.
I quattro pazienti erano tutti in terapia intensiva covid19 al Monaldi e hanno reagito molto bene al farmaco, migliorando nettamente in pochi giorni. Uno dei 4 pazienti è un ragazzo di 27 anni, in terapia intensiva per la polmonite grave, anche se non aveva altre patologie gravi se non l’asma. Il giovane ha preso il Tocilizumab il 18 marzo e da oggi è solo in ventilazione assistita, in attesa di essere trasferito presto in normale degenza covid19. Gli altri tre estubati sono stati trattati il 19 marzo, e sono i primi tre inseriti nella sperimentazione Aifa sul farmaco su 330 pazienti in Italia. I tre uomini sono rispettivamente del 1963, del 1964 e del 1969 e non sono più in terapia intensiva, ma solo in ventilazione assistita in attesa di tornare in degenza.