Nell’ottavo giorno di emergenza coronavirus in Italia, secondo l’ultimo bollettino diffuso dal commissario straordinario, Angelo Borrelli, sono oltre 650 i casi di contagio accertati nel Paese, di cui 282 già verificati dall’Istituto Superiore di Sanità. Nella giornata di giovedì ci sono state altre tre vittime, tutte ultraottantenni, che hanno fatto salire il numero totale a 17. Sale però anche il numero dei guariti: sono 40 in Lombardia, 45 in tutto il Paese. Il governatore Fontana ha parlato di una nuova emergenza nel Lodigiano: “Nel pomeriggio di ieri c’è stata un affollamento di ricoveri: 51 ricoveri gravi di cui 17 in terapia intensiva. Lodi non ha un numero sufficiente di camere di terapia intensiva per cui sono stati trasferiti in altre terapie intensive della Regione”.
«Il 3 marzo ci vedremo alla Farnesina con tutti i soggetti che si occupano di export per un piano straordinario di sostegno all’export». Lo ha dichiarato poco fa il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel corso dell’evento sull’innovazione organizzato da Leonardo a Pomigliano d’Arco. Di Maio ha anche sottolineato l’esigenza di tenere una comunicazione attenta sull’emergenza coronavirus perché «creare allarmismo e panico» può provocare «seri danni economici». Invece, ha detto, se «manteniamo il sangue freddo possiamo rilanciare il brand Italia».
Intanto, nel Lodigiano è emergenza medici. Lo scorso 27 febbraio l’Ordine dei medici aveva pubblicato la lettera di denunce di due dottoresse: i 4 medici di base della zona del Lodigiano dove si trovano sono in quarantena o ricoverati. La conseguenza è che i pazienti positivi al coronavirus con polmonite ma non gravi e quindi lasciati a casa, così come tutti gli altri malati – oncologici, cronici – non hanno la possibilità di essere visitati.
«Non si può accettare che i nostri medici si trovino a fronteggiare l’emergenza Covid-19 senza le dotazioni per la protezione personale dal virus». Lo scrive in una lettera al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli. «Un medico che si ammala – aggiunge – è un medico sottratto al servizio sanitario nazionale e alla tutela del diritto alla salute»
Tre medici si sono offerti volontari sono stati trasferiti nella zona rossa in Veneto per aiutare i colleghi che sono in quarantena. Lo rende noto in un post su Facebook il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli. «Un grazie particolare a tre giovani medici che si sono offerti come volontari per sostituire i medici di famiglia in quarantena a Vo’ Euganeo», scrive Anelli. I tre medici, aggiunge, hanno ottenuto uno speciale permesso per accedere alla zona rossa. «Grazie e sostegno ai medici che operano con grande difficoltà e senza dispositivi di protezione individuale nella zona rossa del lodigiano. Grazie – conclude – ai colleghi che, pure in quarantena, continuano ad operare per garantire alcuni servizi assistenziali».
«La conoscenza aiuta la responsabilità e costituisce un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate che inducono a comportamenti senza ragione e senza beneficio, come avviene talvolta anche in questi giorni». Ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al trentesimo anniversario di Telethon al Quirinale.
«In questo giorno dedicato alle malattie rare dobbiamo sentire il dovere di ringraziare chi sta operando con fatica, con sacrificio, con abnegazione per contrastare il pericolo del coronavirus: i medici, gli infermieri, il personale della Protezione civile, i ricercatori, le donne e gli uomini delle Forze Armate e di quelle di polizia, tutti coloro che in qualche modo si trovano in prima linea» ha detto ancora il presidente della Repubblica. «L’unità di intenti, e i principi di solidarietà, sono un grande patrimonio per la società, particolarmente in momenti delicati per la collettività. Costituiscono inoltre un dovere. Quando si perdono, ci si indebolisce tutti». Il Capo dello Stato ha sottolineato rivolgendosi ai promotori di Telethon che «la scelta di rivolgersi all’opinione pubblica, chiedendo sostegno per la ricerca e comunicando i risultati raggiunti, è stata una necessità imposta dalla tendenza a trascurare le malattie rare da parte dei grandi investimenti pubblici e privati. Oltre a reperire le indispensabili risorse finanziarie, è stato in tal modo possibile svolgere quella diffusa attività di sensibilizzazione, alla quale ho accennato, che rappresenta un fattore di progresso culturale e sociale. È stato un modello di comunicazione trasparente, veritiera e positiva, vorrei dire un esempio in questa stagione di fake news».
straordinari e urgentissimi a tutela delle imprese e dei lavoratori» del comparto turistico culturale della regione «al fine di fronteggiare almeno nei prossimi 60 giorni» le conseguenze sul settore determinate dall’emergenza sanitaria Covid-19.
La decisione – si legge in una nota della compagnia – riguarda i voli su Linate, Malpensa, Roma, Venezia e Bologna, tra il 2 ed il 14 marzo.
Anche la compagnia low cost Easyjet ha deciso di cancellare diversi voli da e per il nord Italia a causa dell’epidemia da coronavirus. La compagnia ha fatto sapere che c’è stato un “significativo” calo della domanda verso le sue destinazioni nel nord Italia e in altre località europee. Easyjet ha inoltre annunciato un taglio della spesa, un congelamento delle assunzioni e uno stop ai corsi di formazione non obbligatori.
Sulla stessa lunghezza d’onda la British Airways che oltre a cancellare nuovi voli verso il nord Italia e di prolungare questa misura, inizialmente prevista fino all’11 marzo, almeno fino al 28 marzo. Oltre ai collegamenti con Milano, ha annunciato la compagnia di bandiera britannica, saranno interrotti 56 collegamenti con diverse destinazioni tra le quale Bologna, Venezia e Torino.