Il Coronavirus non si arresta e procede, tra i paesi maggiormente industrializzati, la sua diffusione. Quello che sembrava un rischio infettivo circoscritto alla sola area asiatica, sta diventando un’epidemia globale. Nel giro di 48ore, l’Italia è passata dall’avanguardia totale in ambito sanitario per la prevenzione virale a primo paese europeo con più contagi e terzo rispetto al mondo intero.
Non appena in Italia si è diffusa la notizia dell’insorgenza di focolai in Veneto e in Lombardia, su grandi portali di e-commerce come Amazon era possibile trovare confezioni di Amuchina gel, che di listino costa circa 4 euro, a oltre 7 volte tanto.
“I partner di vendita stabiliscono i prezzi dei loro prodotti nel nostro store e abbiamo delle regole per aiutarli a definire tali prezzi in modo competitivo. Monitoriamo attivamente il nostro store e rimuoviamo le offerte che violano le nostre regole”, hanno affermato i vertici di Amazon in loro discolpa, per sedare le polemiche.
“Da un primo monitoraggio del Codacons sui principali portali di e-commerce emerge come i prezzi di alcuni prodotti legati all’emergenza Coronavirus raggiungano livelli astronomici – afferma il Presidente Carlo Rienzi – ad esempio il classico gel igienizzate dell’Amuchina da 80 ml, che normalmente si trova in commercio a circa 3 euro, viene oggi venduto sul web a 22,5 euro la confezione, con un ricarico sul prezzo al pubblico del +650%”. Ancora peggio per le mascherine protettive da viso, che prima del coronavirus erano vendute a meno di 10 centesimi di euro l’una, e oggi arrivano a costare su internet 1,8 euro, con un incremento di prezzo del +1700%”.
Per Rienzi, “si tratta di una vergognosa speculazione, tesa a lucrare sulla paura delle persone, che potrebbe configurare veri e propri reati, dalla truffa all’aggiotaggio”. “Per tale motivo – continua – presenteremo domani un esposto a Procura e Guardia di Finanza, chiedendo anche di oscurare le pagine di Amazon e di altri portali specializzati nelle vendite online nelle quali si pubblicizzano a prezzi abnormi prodotti legati al coronavirus. Se infatti i giganti dell’e-commerce non rimuovono autonomamente le pagine dove si realizzano le speculazioni, si rendendo complici per concorso nella truffa agli utenti”.
Sul “caro-amuchina” interviene l’azienda produttrice in Italia “La percezione dell’emergenza del diffondersi del virus ha portato a un incremento della richiesta di Amuchina, che l’azienda è impegnata a soddisfare sia aumentando la propria capacità produttiva – spiega Angelini Pharma, in una nota, ricordando che “il prezzo ai propri canali diretti di tutti i prodotti a marchio Amuchina è rimasto invariato e non ha subito alcuna variazione rispetto al periodo pre-epidemia da coronavirus”. L’azienda assicura “di non avere alcuna responsabilità relativamente ai rincari rilevati dai consumatori”.