Il commercio vive un momento di profonda crisi. In ginocchio soprattutto il commercio al dettaglio.
Un trend che, di questo passo, azzererà i piccoli commercianti. I negozi sotto casa, le botteghe e piccoli esercizi commerciali a conduzione familiare continuano a chiudere sotto il peso delle tasse che non accennano a diminuire e di questo passo rischiano di sparire.
L’andamento riguarda un po’ tutta l’Europa, complice il grande boom del commercio online, ma è particolarmente preoccupante in Italia dove, per tradizione e abitudine, nelle realtà provinciali il negozio sotto casa ha rappresentato per decenni il cuore pulsante dell’attività economica nazionale.
Secondo i recenti dati Istat, i negozi chiudono in perdita per il terzo anno consecutivo. Un dato che certifica, ancora una volta, lo stato di difficoltà dei negozi di vicinato e la necessità di un intervento urgente a loro sostegno. Nel 2019, in Italia hanno chiuso mediamente un negozio ogni ora, anche in conseguenza della liberalizzazione degli orari di apertura delle attività che ha favorito i grandi centri commerciali.
Sulle piccole attività commerciali gravano soprattutto le tasse, in Italia tra le più alte di tutta Europa.
Tuttavia,anche la burocrazia ha il suo peso: se in Belgio, Olanda o Austria basta un solo permesso per aprire una nuova attività, in Italia sono necessari almeno 4 passaggi burocratici differenti con tre enti diversi coinvolti. Una burocrazia che favorisce la nascita di grandi attività, a scapito dei piccoli imprenditori, costretti ad aumentare i prezzi.