Secondo quanto emerso da uno studio a cura di Maria Gabriella Coppola, medico responsabile del sindacato Anaao Giovani Campania, è in crescita il numero di quote rosa all’interno delle sale operatorie.
Ecco alcuni esempi: chirurgia toracica viene scelta dal 61,7% delle studentesse contro il 38,2 dei ragazzi; chirurgia generale dal 57,2% delle giovani contro il 42,7% dei colleghi maschi, in chirurgia vascolare 54,8% delle donne e 43,5% degli uomini; in ginecologia il 76,4% contro il 20,7%.
Non viene scalfito tuttavia il primato femminile al vertice della classifica dell’area medica: per neuropsichiatria infantile il 91,9% è scelto dalle ragazze contro 8,0% dei ragazzi, pediatria dal 73,3% contro il 25,6%, allergologia dal 73,1% contro il 12,1%, medicina d’emergenza ed urgenza dal 65,6% contro il 28,9%. Anche nell’area dei servizi la presenza femminile è in crescita e predominante. Meno attrattive per le donne invece le scuole di cardiologia, a cui si è iscritto il 58,2% dei maschi, ortopedia scelta dal 77% dei ragazzi, urologia, cardiochirurgia.
Lo studio sottolinea inoltre che il numero delle donne vincitrici di contratti di formazione è di gran lunga superiore a quello degli uomini, perché cresce il numero delle donne medico anno dopo anno. Ragion per cui il sorpasso nella professione è solo una questione di tempo. Prepariamoci, dunque, ad avere reparti invasi da camici bianchi indossati da donne.
Lo studio mette in luce un ulteriore fenomeno: quello dei decaduti, cioè di coloro che pur avendo vinto il concorso non hanno scelto la Scuola di specializzazione, con la forte prevalenza degli uomini (33,42%) rispetto alle donne (16,14%). Le cause delle rinunce sono da attribuire all’insoddisfazione di non poter scegliere la tipologia di scuola preferita, al rifiuto di sedi ritenute disagiate e costose, all’indisponibilità ad effettuare scelte residuali.