Sabato 30 novembre, gli “Angeli di Strada Villanova” hanno regalato solidarietà e sorrisi, oltre al pranzo e a dei doni, alle nonnine ospiti presso l’Istituto Piccole Ancelle di Cristo Re.
“Donare e gioire nel farlo,è ciò di più dolce possa farsi.
Donare un sorriso,una parola gentile,un abbraccio,un pranzo,un piccolo regalo,rappresentano un balsamo per l’anima,per chi quel gesto lo prepara,lo sente crescere in se,lo esterna magari,verso chi meno fortunato,chi solo,chi scoraggiato.
È un dono che vale più di una montagna di soldi.
E che mette un semino nel proprio cuore.
Certo,la pianta andrà curata,annaffiata,potata.
Ma,ciò diverranno gesti spontanei.
Ed il cuore si riempirà di amore.
Da condividere con chi soffre,chi nulla ha,chi chiede con umiltà e discrezione,chi ami.
Grazie ai ragazzi del catechismo cresima della nostra parrocchia,S.Maria della Consolazione a Villanova ed alla loro catechista Marisa che con il loro fanciullesco entusiasmo,hanno colmato questa giornata di gioia e felicità.
E grazie a tutti coloro che,donando tempo e se stessi,hanno reso possibile regalare alle nonnine,alcune ore di ritorno alla loro giovinezza.”
Con questo messaggio, Marcello Ciucci, presidente dell’associazione “Angeli di Strada Villanova” che da diversi anni tutti i lunedì distribuisce pasti e generi di prima necessità ai senza fissa dimora napoletani, ha commentato la giornata odierna che ha visto i volontari impegnati nella preparazione e nella distribuzione dei pasti, grazie al supporto delle attività ristorative che già da diverso tempo donano all’associazione cibo da distribuire ai bisognosi napoletani.
Un’iniziativa che ricorda, in maniera silenziosa, ma concreta, la necessità di tendere la mano a coloro che non godono della fortuna di possedere un frigorifero sempre pieno di ogni ben di Dio, non solo a Natale, ma anche e soprattutto in prossimità dell’inverno, quando la lotta per sopravvivere diventa sempre più ardua e che al contempo rimarca l’importanza di dedicare del tempo agli anziani, troppo spesso “parcheggiati” in case di riposo ed abbandonati a sè stessi, in balia della solitudine e della depressione.