Napoli: una città ricca di colori e sfumature, suoni, schiamazzi e sinfonie. Bacino prolifero e ricco di talenti, in tutti gli ambiti, in ogni singola categoria, esistente e da inventare, dove se l’arte di arrangiarsi la fa da padrona, è ancor più vero che “il guizzo” del partenopeo doc, scaltro e sanguigno, in tanti casi è il quid in più che fa la differenza.
La storia di Roberto Esposito, affermato parrucchiere, oltre che hairstylist di successo è la felice riprova di quanto sia unica ed irripetibile la magia che si sviscera dall’indole di un napoletano, innamorato del suo lavoro che con passione e costante fermezza porta avanti ciò in cui crede per disseminare perle di bellezza capaci di arricchire ed impreziosire le sue clienti.
A dispetto dei 30 anni di carriera fin qui conseguiti, l’avventura nel mondo del coiffeur per Roberto è iniziata quasi per caso, quando svolgeva l’attività di fotografo e suo fratello, parrucchiere di professione, gli indica la strada da perseguire. Napoletano doc, nato e cresciuto nel ventre caldo del centro storico cittadino, Roberto inizia a muovere i primi passi in un salone di parrucchiere della Pignasecca, uno dei quartieri più veraci della città, per poi passare a dar man forte proprio a suo fratello, fino ad approdare in uno dei saloni più rinomati della Napoli bene in via Orazio. Dopo aver macinato un bel po’ di gavetta, Roberto decide che è giunto il momento di iniziare a camminare con le sue gambe, dando il via ad una nuova avventura, oltre che ad una ben più importante esperienza professionale: nel gennaio del 2003, nasce così “Roberto Esposito Salon“, il salone forgiato a immagine e somiglianza del credo professionale di Roberto, in vico Carceri San Felice, a pochi passi da piazza Dante.
Dopo 10 anni, Roberto si è visto costretto ad ampliare le porte del suo salone, rilevando le mura dell’attività che giaceva sfitta accanto al suo salone per appagare il desiderio di bellezza che sempre più donne ripongono nelle sue mani.
Dal Milano Fashion Week ai tanti corsi di aggiornamento a braccetto con i guru del settore, dal contouring ai percorsi formativi costanti, senza trascurare l’utilizzo di prodotti top, non solo all’avanguardia ma anche di qualità eccellente, nel corso di questi anni Roberto ha continuato a dare libero sfogo alla sua fame di sapere, sempre pronto ad acquisire tecniche, chicche e competenze utili ad affinare ed esaltare il talento e l’esperienza di un parrucchiere unico nel suo genere, il cui punto di forza resta l’umiltà, a dispetto di un momento storico in cui tanti suoi colleghi amano atteggiarsi a star, trascorrendo più tempo a fare selfie e a curare i social network che con le forbici tra le mani.
Un parrucchiere che ama nutrirsi del contatto quotidiano con le clienti e che prova un profondo rispetto per i turisti, nei quali con acuta lungimiranza rileva una preziosa fonte di ricchezza da preservare e coccolare, senza cercare di raggirarli, truffarli o estorcergli più denaro del dovuto. E’ così che ha saputo fare breccia nel cuore di tante donne europee che periodicamente tornano a Napoli, solo per ritoccare quel look impreziosito dai consigli e dalla competenza di quel parrucchiere conosciuto per caso, mentre erano intente a visitare i luoghi più rinomati e caratteristici della città.
Com’è cambiato questo lavoro nel corso degli anni?
“Con l’avvento dei social è stata dura, – spiega Roberto Esposito – prima l’unico obiettivo di un parrucchiere era quello di rendere belle le clienti, affinchè uscissero dal salone contente e soddisfatte quanto basta per tornarci ancora. Adesso, i social sono diventati l’essenza di questo lavoro. E’ innegabile che esibire dei profili social con fotografie perennemente aggiornate, vuol dire possedere una sorta di depliant virtuale che ti consente di acquisire punti e credibilità, soprattutto agli occhi delle giovanissime. Quindi, oltre a curare le clienti, i parrucchieri di oggi sono costretti anche a curare i profili social per dimostrare di essere sempre sulla cresta dell’onda.
Inoltre, vuoi per effetto della crisi, vuoi per la presunzione di poter fare questo lavoro anche senza possedere qualifiche e competenze certificate, questa professione è tra le più declassate: basta pensare alle tantissime ragazze che borsone in spalla, fanno le parrucchiere a domicilio, proponendo prezzi irrisori, al pari di parrucchieri che tentano di strappargli le clienti ammazzando letteralmente questa professione. Quello del parrucchiere è il mestiere più bello del mondo, ma grazie a questi personaggi, sta diventando il più povero del mondo.”
Come deve comportarsi un parrucchiere quando una cliente gli chiede di imitare il look di un’icona moderna, se si rende conto che otterrebbe un risultato finale fallimentare?
“Non è elegante nè educato, a mio avviso, dire ad una cliente che non starebbe bene con quel look in maniera esplicita. L’abilità di un bravo parrucchiere sta nello spostare il suo focus su altri parametri che sa essere più adatti ai suoi lineamenti e ai tratti somatici di quella cliente, oltre che alle sue caratteristiche fisiche. Le onde di Belen non stanno bene a tutte, al pari del carrè, quindi, penso che sia più opportuno, per fornire un buon servizio ad una cliente, indirizzare quelle donne che rischierebbero di diventare ridicole nell’esibire quell’acconciatura su altri standard, senza infrangere i loro sogni sbattendogli bruscamente in faccia la realtà.
Un tempo, le donne si ispiravano alle dive del cinema, le icone delle nuove generazioni sono le fashion blogger, in alcuni casi delle donne senza nè arte nè parte con un ostile perfino”coatto”. Il compito di un parrucchiere è rendere bella una donna, esaltandone la naturale bellezza, senza trasformarla nella brutta copia dell’icona del momento, sminuendone il valore e le qualità: questa, almeno, è la premessa sulla quale si basa il mio modo di fare e concepire questo lavoro.”
Come si riconosce un bravo parrucchiere?
“Le donne sanno farlo. Le donne lo sanno, non appena si siedono sulla poltroncina di un parrucchiere, se sono capitate in buone mani o meno. Il parrucchiere è il migliore amico della donna e, in quanto tale, ogni donna è in grado di riconoscere il suo.”