Alle prime luci dell’alba di martedì 8 ottobre, i Carabinieri della Compagnia di Poggioreale, a conclusione delle indagini coordinate dalla settima sezione della Procura di Napoli, hanno messo la firma su un’operazione che ha sgominato una delle storiche piazze di spaccio del Rione De Gasperi di Ponticelli, quella che da anni imperversa nell’isolato 11, nella zona di competenza delle “Pazzignane“, fosse anche solo per il fatto che le famiglie De Stefano e i loro fedelissimi abitano nelle case a ridosso dello spiazzale adibito a teatro delle compravendite tra tossici e pusher.
Arrestate quattro persone – di cui 3 in carcere e una ai domiciliari – indiziate di spaccio di stupefacenti con l’aggravante, per tre di loro, della commissione del reato in presenza di minori ed in concorso tra loro.
L’indagine è nata ad aprile 2017, dopo l’arresto di uno dei tanti pusher del Rione De Gasperi, un tempo bunker del clan Sarno, oggi una delle piazze di spaccio a cielo aperto più gettonate della periferia orientale e non solo. L’attività di vendita al dettaglio diffusa in diversi isolati del rione, dove è possibile rifornirsi di diverse tipologie di stupefacenti, funge da facile richiamo per tantissimi clienti del napoletano che, complice la presenza della stazione della Circumvesuviana a pochi metri dal rione, possono facilmente raggiungere i decrepiti palazzoni adibiti a supermercati della droga.
La piazza di spaccio dell’isolato 11, da anni dedita alla vendita di crack e cocaina, era collocata all’interno di un cortile, coperto dai palazzi che consentivano di gestire il business lontano da occhi indiscreti. Non è bastato questo, però, per eludere l’occhio vigile delle telecamere che hanno consentito agli inquirenti di scoprire in che modo avveniva lo spaccio e chi fossero le persone coinvolte.
Un filone investigativo avviato in un momento storico ben preciso: la rivolta delle “pazzignane” – che all’epoca dei fatti risiedevano proprio in quella porzione di rione – e che rifiutavano di pagare il pizzo sulle piazze di droga ai De Micco, seppure il business da loro gestito stesse iniziando a produrre guadagni considerevoli. Una situazione che degenerò a novembre del 2017, in seguito al blitz che decretò la fine dell’era dei De Micco e che vide il vicino isolato 10 finire nel mirino dei giovani rimasti al soldo dei Bodo. Una circostanza che si è ripetuta a settembre dello scorso anno e che testimonia come e quanto lo spaccio di droga sia un fenomeno esteso e praticato in diverse zone dell’ex fortino dei Sarno.
I residenti negli isolati limitrofi alla piazza di droga dell’isolato 11, inoltre, hanno più volte riferito di episodi inquietanti oltre che pericolosi che andavano ben oltre gli schiamazzi dei tossici che si protraevano fino a notte fonda.
Una delle quattro persone coinvolte nell’attività di spaccio era detenuta ai domiciliari presso l’abitazione della compagna e vendeva le dosi calandole in un paniere o gettandole dal balcone: questo l’escamotage utilizzato per delinquere senza violare le limitazioni alle quali era sottoposto, sventando così il pericolo di farsi sorprendere in strada durante un controllo a sorpresa.
La stessa tecnica veniva adoperata dalla compagna e da un altro pusher, sprezzanti della presenza dei figli della donna. Lo spaccio di droga in presenza di minori, dunque, risulta una delle pratiche più gettonate in un rione di edilizia popolare logorato dal degrado e in balia della criminalità. Come documentato nell’ambito dell’inchiesta sulle piazze di droga degli isolati 2 e 3 dello stesso rione, la prassi si ripete anche in quella sede, con bambini svegli fino a tarda ora ed intenti a giocare tra le carovane umane che attendono il loro turno per accaparrarsi la dose quotidiana.