L’autunno ha portato con sé i primi dissapori tra mondo delle compagnie aeree e dei passeggeri, alla luce degli scioperi ENAV e di diversi sindacati autonomi.
Gli aeroporti campani, nonostante il boom di Napoli Capodichino con più di un milione di passeggeri a luglio 2019, sono ora stati scenario di disagi e attese, come avvenuto nel caso dello sciopero dei dipendenti Alitalia e Ryanair a Capodichino nella prima settimana del mese di settembre.
L’inconveniente del volo in ritardo o cancellato non è sempre e solo dovuto alle istanze del personale ma, come accaduto nel caso del blocco del traffico aereo francese delle scorse settimane, può essere causato da molti altri fattori, cosa comprensibile considerata la complessità della gestione degli aeroporti e dei traffici aerei di tutta Europa.
Ma il fenomeno è ben più vasto: secondo dati raccolti dalla Westminster University, ogni anno circa 2.4 milioni di voli subiscono ritardi o cancellazioni solo in Europa.
Per quanto le cause di ritardi e cancellazioni dei voli vengano spesso chiarite attraverso ANSA, comunicati stampa ufficiali e avvisi contestuali in aeroporto, una ricerca di AirHelp dimostra che il 92% dei passeggeri non sa di aver diritto ad un rimborso e ad assistenza in caso di volo in ritardo e che, di quel 2% di passeggeri consapevoli che effettuano reclami o azioni legali, meno della metà riesce ad ottenerlo.
Paradossalmente, come spiegato da AirHelp il volo in ritardo e cancellazione sono disagi ai quali sarebbe molto semplice ottenere un rimborso o addirittura un risarcimento.
Conosciamo meglio il fenomeno:
Quali sono le più comuni cause dei ritardi?
Nel 29% dei casi, cioè la casistica più ricorrente in assoluto, il ritardo è dovuto al “turnover”, cioè i tempi di scalo, sbarco e pulizia dell’apparecchio e verifiche tecniche dell’apparecchio prima del volo successivo.
Per quanto il turnover abbia operazioni usuali per le compagnie, è anche molto complesso e delicato.
Un’altra causa frequente di volo in ritardo (26% dei casi) sono le verifiche tecniche degli apparecchi, seguita a ruota dalle verifiche più lunghe ai controlli di sicurezza (un altro 26%).
Invece un 5% di ritardi e cancellazioni sono dovuti ad allerte meteo o allerte terrorismo.
(dati raccolti da una ricerca di EasyViaggio)
In più del 60% dei casi si ha diritto ad un rimborso
Ciò che stupisce è che in ben oltre la metà dei casi cui è dovuto un ritardo, il passeggero ha sempre diritto ad un rimborso e, in caso di cancellazioni e volo in ritardo non comunicato con il giusto preavviso (almeno 15 giorni) anche ad un risarcimento, che è proporzionale alla tratta da percorrere.
Nell’UE, ad esempio, dove i diritti dei passeggeri anche per il ritardo volo sono stabiliti dal regolamento CE 261, possono accedere ad un risarcimento coloro i quali subiscono un ritardo superiore alle 3 ore, contando come ora di arrivo il momento in cui si aprono le porte dell’aereo.
Le cause dei ritardi sono determinanti nell’accesso al rimborso
Il diritto ad un rimborso subentra quando, a fronte di un ritardo non comunicato di oltre tre ore, il passeggero non accetta di essere riposizionati su un nuovo volo.
In tal caso, per giunta, si ha diritto anche ad un risarcimento danni che si attesta per parametri europei sui 250 euro per tratte inferiori a 1500km per arrivare ad un massimale potenziale di 1500 euro per tratte superiori a 3500km.
Tuttavia, non si ha diritto ad un risarcimento nel caso in cui il volo in ritardo o la cancellazione del volo siano dovuti a cause non imputabili alla compagnia, come in caso di allerta meteo, pericolo sanitario o rischio terrorismo. In questi casi, anzi, la compagnia mette in atto azioni per l’incolumità dei passeggeri e non stupisce che legalmente non sia responsabile del disguido. Tuttavia come abbiamo visto dalla ricerca su menzionata, questi casi sono un risicato 5% delle incidenze.
Nel resto dei casi, cioè turnover, manutenzione, istanze sindacali contro la compagnia, essa ne deve rispondere e il passeggero può chiedere rimborso e risarcimento.
Come mai allora, così tante persone non reclamano il loro diritto all’azione risarcitoria?
Secondo AirHelp, aziende leader nel campo della tutela ai passeggeri aerei, le principali cause di arrendevolezza sono la non conoscenza dei propri diritti, il senso di solitudine di fronte a grandi multinazionali (le compagnia aeree) e la paura delle lungaggini burocratiche.
AirHelp, che è legata ad un team di sviluppatori ma anche di avvocati sparsi in tutto il mondo, ha risposto a questi dati e a questi sentimenti del consumatore creando una App che in pochi minuti ti fa sapere se hai diritto ad un risarcimento.
Sempre tramite questa App è anche possibile far partire un’azione legale della quale si occuperanno i legali di AirHelp, percependo come parcella parte del risarcimento solo una volta ottenuto.