Il giovane Emmanuel De Luca Bossa, nipote della lady-camorra Teresa De Luca Bossa, la prima donna detenuta al 41 bis, e figlio di Antonio De Luca Bossa, detto “Tonino ‘o sicco”, autore del primo attentato stragista con autobomba in Campania e per questo condannato all’ergastolo.
Finale d’estate amaro per il figlio minore del ras del Lotto O, di recente condotto al carcere di Poggioreale, mentre stava scontando una pena per rapina agli arresti domiciliari.
Era tornato nel Lotto O di Ponticelli, dopo aver scontato parte della pena nell’appartamento dei suoceri a Napoli centro. In seguito all’ordinanza di sfratto, il 20enne Emmanuel De Luca Bossa è stato costretto a tornare nel quartier generale della sua famiglia, seppure ancora agli arresti domiciliari.
Durante una recente perquisizione i carabinieri del nucleo operativo di Poggioreale lo hanno trovato in possesso di una pistola a piombini completa di caricatore, ma priva del tappo rosso. Concordando con le risultanze investigative dell’Arma, il gip del Tribunale di Napoli ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare consentendo ai militari di tradurre il 20enne in carcere.
Una carriera consolidata come cameriere, prima in uno degli hotel più rinomati del lungomare Caracciolo di Napoli e poi in uno dei ristoranti più facoltosi della stessa zona, Emmanuel De Luca Bossa, nell’ultimo anno, non ha mai smesso di far parlare di sè. Dopo gli arresti di Umberto – fratello maggiore di Emmanuel – e di Anna De Luca Bossa – zia di Emmanuel, nonchè sorella di Tonino ‘o sicco – oltre che di Michele Minichini, figliastro di Anna De Luca Bossa, le redini del clan del Lotto O sono passate tra le mani di Giuseppe De Luca Bossa, fratello di Tonino ‘o sicco. Grazie ad una serie di alleanze strategiche con altre organizzazioni in declino di Napoli est, il clan De Luca Bossa è tornato nuovamente in auge, ritrovando il lustro e il potere perso da quando a Ponticelli avevano preso il sopravvento i De Micco.
Complice il supporto fornito dai clan che convergono nell’alleanza il cui intento sarebbe soprattutto quello di scalzare i Mazzarella da San Giovanni a Teduccio per favorire l’ascesa degli amici del clan Rinaldi, anche i De Luca Bossa stanno risalendo al china. Emmanuel De Luca Bossa, arrestato nell’ottobre del 2018, perchè accusato di essere a capo di una banda di rapinatori seriali di scooter che nel corso di quell’estate, in particolare, seminò il panico, non solo lungo le strade di Napoli est e dell’entroterra vesuviano, ma spingendosi finanche nell’area occidentale della città, mettendo a segno diversi colpi nella zona di Fuorigrotta, balza agli onori della cronaca per un dettaglio in particolare: i giovani del rione, per assecondare una sua richiesta, iniziano a chiamarlo “Sangue Blu”, parafrasando uno dei personaggi di “Gomorra – La Serie” con una storia assai simile a quella del giovane rampollo di casa De Luca Bossa.
“Sangue Blu” era il nipote di un boss con un passato glorioso tra i vicoli del centro storico di Napoli e per questa ragione sognava di emularne le gesta per conferire al suo cognome il ritrovato lustro di un tempo, ormai perduto da anni, ovvero, da quando altri clan avevano preso il sopravvento in zona. Una storia che ben riassume il passato del clan De Luca Bossa, finito in rovina per anni, nel corso dei quali il boss Antonio ha subito numerose umiliazioni in carcere, dove veniva schernito e deriso dagli altri detenuti proprio per la sua condizione di indigenza, non confacente allo status di un “capo-clan” degno di definirsi tale. Per questa ragione, probabilmente, immedesimandosi nelle gesta del “Sangue Blu” di “Gomorra”, Emmanuel decise di lasciare il sogno di una vita normale e il suo lavoro onesto, per rispondere con la presenza alla “chiamata del sangue”.
Una strade ben presto sbarrata dall’alt delle forze dell’ordine e che lo ha portato dapprima a finire ai domiciliari e poi nuovamente dietro le sbarre, per effetto del recente provvedimento, mentre a breve dovrebbero maturare i termini utili per la scarcerazione di Umberto De Luca Bossa, fratello maggiore di Emmanuel, nonchè primogenito di “Tonino ‘o sicco”, non a caso battezzato con lo stesso nome del nonno, un camorrista spietato che a Ponticelli ha saputo disseminare terrore.