Un’indagine che ha ricostruito i complessi intrecci di affari ed interessi che portavano il clan Mazzarella a tessere legami con i sodalizi di Ponticelli e dell’entroterra vesuviano, in particolare con i clan di Marigliano, San Vitaliano e Brusciano.
Oltre 4 secoli di carcere per i 44 imputati: questo il verdetto che sintetizza il corso del processo che ha smascherato i “clan satelliti” dei Mazzarella operanti nei comuni vesuviani e nel Rione De Gasperi di Ponticelli.
A finire sul banco degli imputati, in particolare, il cartello criminale riconducibile a Luigi Esposito detto ‘o sciamarro in guerra con il clan capeggiato da Cristiano e Fortunato Piezzo.
I fatti contestati sono avvenuti dal 2014 al 2017 e riguardano principalmente una serie di agguati e attentati tra il gruppo di Luigi Esposito o’ sciamarro, il nipote Salvatore detto o’ sciamarriello, e quello di Cristiano e Fortunato Piezzo.
Associazione a delinquere di stampo camorristico, tentato omicidio, estorsione, armi e droga: questi i reati contestati a vario titolo ai 44 imputati.
Dopo il processo svoltosi con rito abbreviato, la condanna più alta è arrivata proprio per il boss Luigi Esposito ’o sciamarro, condannato a 20 anni di carcere.
Alessandro Sposito, 17 anni; Gabriele Valentino, 16 anni e 8 mesi; Michele Minichini, – già accusato dell’omicidio del boss dei barbudos Raffaele Cepparulo – Aldo Bastone, Ciro Taglialatela, Stefano Gallo e Vincenza Maione, tutti condannati a 16 anni di carcere.
Antonio Foria, e Antonio Improta, 14 anni; Maria Grazia Cavone, 13 anni e 6 mesi; Alessandro Frasca, 13 anni e 4 mesi; Tommaso Schisa – figlio della “pazzignana” del Rione De Gasperi, Vincenza Maione e dell’ex ras dei Sarno, Roberto Schisa – condannato a 13 anni; Cristiano Piezzo, Antonio De Filippis, “la pazzignana” Luisa De Stefano, – imputata anche nel processo Colonna-Cepparulo, insieme alla cugina Vincenza Maione – Antonio Morano, Andrea Morano, Pasquale Perrella e Massimo Pelliccia, 12 anni; Erson Nanaj e Luisa Tedesco, 11 anni.
Mauro Marino, Daniele Napoletano, Salvatore Pasquale Esposito e Pasquale Esposito, condannati a 10 anni di carcere; Nunzio Trombetta e Raffaele Aurelio, 9 anni; Salvatore Palmieri e Antonio Tufano, 8 anni; Vincenzo Aurelio, 7 anni e 4 mesi; Fortunato Piezzo, 7 anni; Emanuele Lucenti, 6 anni; Eugenio De Cicco, 5 anni e 4 mesi; Valentino Sodano, 5 anni; Ciro Conte, 4 anni e 4 mesi; Teresa Ricciardi, 4 anni; Concetta Intocci, 3 anni e 4 mesi; Angelo Aniello Esposito, 1 anno e 2 mesi con pena sospesa e immediata scarcerazione. Assolte Maria Teresa Cinque e Carmela De Gais.