E’ Luigi Maiello il nuovo Comandante del corpo di polizia locale di Arzano, comune sciolto per fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso lo scorso maggio.
Il Comandante Maiello torna a dirigere un comune in odore del clan Moccia, nonostante le concitate vicende che hanno segnato la sua attività negli anni in cui era a capo del corpo di polizia locale ad Afragola e che lo hanno visto protagonista di importanti operazioni capaci di scardinare gli interessi del clan più antico ed influente dell’area a Nord-est di Napoli.
Classe 1971, Maiello vanta un’esperienza ventennale in materia di sicurezza urbana e legalità, in virtù del fatto che ha svolto la sua attività di comandante della polizia locale in contesti ambientali complessi, dove si registra un forte insediamento del fenomeno camorristico. In veste di ufficiale di polizia giudiziaria ha svolto indagini tanto delicate quanto importanti, in materia di reati contro la pubblica amministrazione, occupandosi anche di attività di competenza della Direzione Nazionale Antimafia, maturando notevole esperienza in materia di ecomafie e di smaltimento illecito di rifiuti, ma anche di abusivismo edilizio e di comuni sciolti per infiltrazioni mafiose: un curriculum che fa di Maiello il comandante perfetto per auspicare al ripristino della legalità in un comune difficile come Arzano, uno dei tanti comuni in cui Maiello ha già operato in passato, dal luglio 2016 a giugno del 2017, quando era commissariato, proprio come oggi.
Un’attività lavorativa svolta in lungo e largo in diversi comuni vesuviani e della provincia di Napoli: Crispano, San’Anastasia, Pomigliano D’Arco, Nola sono solo alcuni dei comuni in cui Maiello ha lavorato, mettendo la firma su interventi ed operazioni che, se su un fronte lo hanno portato a conseguire medaglie, elogi ed encomi, anche dalla Direzione Nazionale Antimafia, sull’altro hanno sortito il forte dissenso della camorra.
Luigi Maiello è il comandante della polizia locale che finisce sotto i riflettori mediatici non solo per le preziose collaborazioni con le tv nazionali e i quotidiani nazionali più autorevoli che hanno consentito a molti giornalisti di mettere la firma su inchieste di rilievo, legate alle ecomafie e all’abusivismo edilizio, ma anche e soprattutto per aver smascherato il cosiddetto “metodo Moccia” negli anni in cui ha svolto il suo operato nel comune-fortino del clan: Afragola.
Nel 2014 il comandante Maiello sequestra un deposito e parcheggio abusivo riconducibile alla famiglia Moccia in una zona confinante con il cantiere della Tav, di circa 10 milia metri quadri, e riconducibile alla famiglia Moccia.
Maiello stana e smaschera un “business ombra” molto prolifero che il clan gestiva indisturbato: nel corso degli anni le ditte impegnate nella costruzione della stazione, utilizzavano quell’area per parcheggiare mezzi e attrezzature, pur pagando un affitto regolare, oltre ad una sorta di assicurazione contro furti, incendi ed altri possibili danni.
A differenza della maggior parte delle organizzazioni camorristiche napoletane, dedite principalmente alle attività di traffico di stupefacenti, contrabbando di sigarette, racket ed estorsioni, il clan Moccia ramifica i suoi affari improntandoli su un modello molto più simile a quello praticato dai casalesi, mirando prettamente all’economia, servendosi di una serie di prestanomi, occultando così la reale paternità delle società.
Un sistema scoperto grazie al lavoro del Comandante Maiello che con il supporto della sua squadra e del personale dell’ufficio tecnico fa scattare i sigilli a contrada Lellero.
In quell’occasione, Maiello riesce perfino a registrare con il cellulare il momento in cui Antonio Moccia, uno dei figli della defunta donna-boss Anna Mazza conosciuta come ‘La Zia’, interviene per chiedere spiegazioni in merito al sequestro, compiendo un fallo clamoroso: perché ai Moccia sta così a cuore il destino di quel deposito, se sulla carta risulta di proprietà di altre persone?
Lo scorso gennaio, il comandante Maiello e i responsabili dell’ufficio tecnico del comune di Afragola che hanno messo la firma su quell’importante operazione, sono stati ascoltati in aula nell’ambito del processo volto proprio a far luce sulle attività illecite del clan Moccia.
Tuttavia, dopo il blitz del 15 ottobre 2014, il comandante Maiello è finito nel pericoloso baratro dell’isolamento, costretto a vivere in quel genere di clima silenzioso ed ostile che puntualmente fagocita la vita di chi sa rendersi autore di gesta che arrecano danni e fastidi alla camorra.
Un proiettile di fucile sulla scrivania di Maiello, presso il Comando di Afragola, accompagnato da una lettera anonima che recita: “È morto il comandante dei vigili urbani perché non si faceva i c…i suoi”. Questa la minaccia più esplicita fatta pervenire al comandante per lasciargli intendere senza indugi che la camorra non gradisce il suo lavoro.
Pochi mesi dopo, il comandante Maiello ha lasciato Afragola per trasferirsi al Comando di Nola dove, domenica 30 giugno, ha concluso la sua esperienza, organizzando e monitorando il complesso piano di sicurezza della Festa dei Gigli.
Maiello, dunque, è pronto ad iniziare una nuova avventura, a capo della polizia locale di Arzano, comune che vive in simbiosi con Afragola, non solo sotto l’aspetto geografico..