Ancora un appuntamento con il piacere dell’ascolto – sabato 6 luglio 2019, ore 19.30, Chiesa dei SS. Marcellino e Festo (Napoli, Largo San Marcellino, n. 10) – per il terzo concerto del festival UniMusic, realizzato dalla Nuova Orchestra Scarlatti in partnership con l’Università ‘Federico II’ e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Affascinanti pagine di grandi comunicatori in musica di ieri e di oggi da Vivaldi a Piazzolla, passando per Haydn, Šostakovič, Sollima.
Accanto alla Nuova Orchestra Scarlatti, due eccellenze campane: la violinista Daniela Cammarano, protagonista di una poliedrica carriera di solista, camerista e prima parte in prestigiose orchestre, in Italia, Francia, Svizzera, Portogallo, Germania, Olanda, Svezia, Romania, Giappone, Argentina, USA, e il Quartetto Mitja, nato in seno alla Nuova Scarlatti e oggi in costante ascesa di consensi in campo nazionale e internazionale, tra rassegne, festival e premi prestigiosi (Giorgiana Strazzullo e Sergio Martinoli violini, Carmine Caniani viola, Veronica Fabbri Valenzuela violoncello).
Prima della musica, in linea con l’abbinamento tra musica e luoghi d’arte che caratterizza il festival UniMusic, alle ore 18.45, visita guidata alla Chiesa e al Chiostro di San Marcellino riservata al pubblico del concerto, curata da Respiriamo Arte.
Il programma musicale parte con il puro concentrato di energia del breve Concerto per archi ‘Alla rustica’ di Antonio Vivaldi, per poi passare al Quartetto per archi op. 33 n. 3 (‘Dr Vogel’) di Franz Joseph Haydn, luminoso capolavoro di classico equilibrio. Segue la Polka di Dmitri Šostakovič, delizioso saggio di ‘cubofuturismo sonoro’ tratto dal balletto L’età dell’oro del 1930. Il palermitano Giovanni Sollima (classe 1962) è un acclamato violoncellista che quando crea cerca di tradurre in musica l’empatia che vive con il suo pubblico, e così l’emozione del performer dà calore alla fantasia del compositore, che spazia dal minimalismo al rock. I suoi estrosi Sonnets et Rondeaux per quartetto d’archi, del 2007, sono costituiti da sei brevi pezzi in una sequenza sempre più serrata ed eccitante.
Dulcis in fundo, le Quattro stagioni di Astor Piazzolla (Las cuatro Estaciones porteñas) che intrecciano felicemente tradizione colta e ‘nuevo tango’: stagioni porteñas perché legate all’atmosfera e agli aromi del grande porto di Buenos Aires. Inevitabile il confronto con le Stagioni di Vivaldi e la sua Venezia, distanti più di due secoli. Piazzolla cela frammenti delle Stagioni vivaldiane all’interno della trama delle sueEstaciones, e traccia avvolgenti paesaggi interiori animati da sentimenti contrastanti, dalla dolcezza al dolore, dalla nostalgia alla più veemente passione: un ascolto da non perdere.