Centinaia di persone, centinaia di candele rosse acese per dire basta alla violenza sulle donne. Emozione, sdegno e voglia di riscatto: si sintetizza così la mobilitazione svoltasi durante la serata di mercoledì 6 marzo, all’esterno della circumvesuviana di San Giorgio a Cremano, comune alle porte di Napoli dove il pomeriggio precedente una ragazza di 24 anni, residente a Portici, è stata violentata da tre giovani nell’ascensore di quella stazione.
7 minuti, interminabili per la 24enne. Una sequenza-lampo compiuta da tre ragazzi, apparentemente come tanti e che invece si sono rivelati capaci di compiere un reato efferato con lucida efferatezza e per questo adesso sono chiamati a rispondere del reato di violenza sessuale di gruppo.
Alessandro Sbrescia, il più piccolo del branco, ha compiuto 18 anni pochi mesi fa, Raffaele Borrelli e Antonio Cozzolino, entrambi di 19 anni, tutti di San Giorgio a Cremano: sarebbero loro, gli autori dello stupro della 24enne e per questo sono stati arrestati il 6 marzo scorso, il giorno successivo alla violenza sessuale di gruppo, avvenuta nell’ascensore della circumvesuviana di San Giorgio a Cremano.
Quanto accaduto nel corso di quei 7 minuti nell’ascensore teatro della violenza di gruppo è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza della stazione.
La 24enne, paralizzata dal terrore, non ha reagito: “Temevo che mi picchiassero”, ha riferito al giudice.
La giovane era finita nel mirino dei tre all’incirca 20 giorni prima, quando un amico in comune li aveva glieli aveva presentati. In quella stessa stazione l’avevano accerchiata e palpeggiata, ma in quella circostanza era riuscita a scappare. La giovane non aveva sporto denuncia. Al giudice ha spiegato che si vergognava.
Quando i tre l’hanno incontrata di nuovo il pomeriggio di carnevale, lo scorso martedì 4 febbraio, hanno finto di essersi pentiti, le hanno chiesto scusa. Le hanno teso una trappola per raggiungere lo scopo che, a dispetto dei giorni trascorsi, era rimasto invariato. Una volta raggiunta l’ascensore in compagnia della vittima hanno consumato la violenza.
Si sono poi puliti con i fazzoletti e li hanno lasciati a terra, si sono allontanati con disinvoltura, senza correre. Avevano pensato che sarebbe bastato disfarsi della barba per riuscire a farla franca, ma così non è stato. Le immagini delle videocamere e la deposizione della vittima che ha trovato riscontro nelle immagini ricavate dalle telecamere della stazione, hanno consentito alle forze dell’ordine di risalire all’identità dei tre nel giro di poche ore.
Ai presunti autori della violenza sono stati sequestrati i cellulari (le successive analisi accerteranno se contengono video degli abusi) ed è stato loro prelevato il dna per la comparazione con le tracce biologiche repertate dalla Polizia scientifica.
Dopo una notte trascorsa al commissariato di San Giorgio a Cremano, ad attenderli all’esterno del commissariato, prima di essere condotti in carcere, i tre giovani hanno trovato i genitori che li hanno accolti tra pianti e acclamazioni. Il padre di uno dei tre giovani gli ha anche rivolto un applauso.
Hanno trascorso l’intera notte dinanzi al cancello del commissariato di San Giorgio a Cremano, i genitori e i conoscenti dei tre ragazzi che hanno agghiacciato la coscienza sociale del comune in cui risiedono. Quando i tre sono usciti per essere condotti in carcere, genitori e parenti, tra lacrime ed applausi, gli hanno indirizzato segni di approvazione e conforto.
Se su un fronte si registra “l’ovazione” e l’incapacità di condannare i tre per il reato compiuto, ampiamente manifestato da genitori e parenti dei tre ragazzi fermati, su un altro fronte la cittadinanza indignata per la vicenda e stanca di misurarsi con notizie di questa caratura, è scesa in strada. Centinaia di persone hanno partecipato alla mobilitazione che si è svolta all’esterno della circumvesuviana di San Giorgio a Cremano, teatro della violenza subita dalla 24enne originaria di Portici. Tantissime candele rosse accese per dire basta alla violenza sulle donne.
E’ un comune sconvolto ed incredulo, San Giorgio a Cremano, un comune caotico e densamente popolato, ma tranquillo. Un luogo di ritrovo per tanti giovani dell’entroterra vesuviano, abituati ad entrare ed uscire da quella circumvesuviana che, adesso, nessuno riesce a guardare con gli stessi occhi di prima.
Anche quei tre ragazzi, Alessandro e Raffaele, amici inseparabili, ai quali si era aggiunto Antonio, che aveva conosciuto gli altri due durante gli anni di studio all’istituto tecnico nautico Cristoforo Colombo di Torre del Greco, erano visti e percepiti da quella comunità come tre ragazzi come tanti.