“Signor Ministro è giunta l’ora, dopo l’encomiabile lavoro da lei fatto sulle pensioni con la cd. quota 100, di cominciare a mettere mani anche sulle “tutele giudiziarie, civili e penali” degli operatori delle forze dell’ordine. Mai più un caso come quello di Armando Riccardo in Polizia”.
Così ha esordito Giovanni Iacoi, Segretario Generale del sindacato Libertà e Sicurezza Polizia di Stato (LES), accogliendo la notizia dell’assoluzione del poliziotto Armando Riccardo, che ha poi proseguito: “Poliziotto modello che è stato costretto a difendersi dagli attacchi dei criminali per ben 18 anni dalle dichiarazioni farlocche di alcuni pentiti.
Arresto (poi liberazione dal Tribunale del Riesame) ed una vita familiare e lavorativa distrutta. Tensioni continue, cambio di città, viaggi continui lontano dai propri affetti, divorzio e litigi che questo comporta. Problemi economici, carriera bloccata e ferma per anni ed anni. Un calvario che è durato 18 anni, proprio su colui il quale ha contribuito a colpire e sconfiggere il Clan dei Di Biase a Napoli; arrestare 99 persone a Secondigliano; individuare in Rosario
Privato uno degli assassini di Silvia Ruotolo e poi tante altre operazioni per droga e reati in genere: tutto ciò è dimostrato ampiamente dai trentadue tra encomi e lodi a lui attribuiti. Insomma, uno dei migliori Poliziotti, lasciato solo a difendersi dalle ritorsioni di criminali che addirittura arrivarono ad accusarlo di corruzione per aver preso soldi quando lui era minorenne e non ancora in Polizia. Non è accettabile che criminali, quali sono e rimangono i pentiti, possano rovinare la vita ad un onesto poliziotto con l’assenso tacito dei vertici della Polizia. Dare valore alle parole dei pentiti senza afferrare il fine di queste dichiarazioni, ha permesso loro, nei fatti, di mettere fuori gioco un poliziotto scomodo”. Conclude Iacoi: “Per questo diciamo: mai più un caso Armando Riccardo in Polizia! È giunto il momento di una radicale Riforma della giustizia e soprattutto di una vera e propria tutela dei poliziotti che oggi è praticamente inesistente”.