La dott.ssa Rosa Giannatiempo, Responsabile dell’Unità Operativa semplice di Anatomia Patologica dell’Ospedale Evangelico Betania ha ricevuto il “Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico” per “l’umanità ed empatia” nel rapporto con le pazienti in cura per tumore al seno, per la categoria “patologo”.
Il premio, assegnato il 28 novembre a Milano, è promosso dall’associazione Europa Donna Italia con il supporto incondizionato della Fondazione MSD. In finale, tra i 15 medici segnalati per ogni categoria (chirurgo, oncologo, radiologo, radioterapista e patologo) anche il dott. Massimo Annecchino, dell’Unità Operativa di radiodiagnostica. I riconoscimenti sono stati assegnati sulla base di oltre 6.000 segnalazioni ricevute di pazienti e caregiver degli ospedali italiani.
“La segnalazione di ben due medici del nostro ospedale tra i finalisti del Premio alla memoria di Umberto Veronesi è un riconoscimento anche all’Ospedale Evangelico Betania e allo stile con cui ci rapportiamo ai nostri pazienti, da sempre orientato alla umanizzazione delle cure e all’attenzione alla persona nel suo complesso, non solo da un punto di vista medico” afferma la Vice Presidente della Fondazione Evangelica Betania, Cordelia Vitiello.
“La segnalazione di ben due medici del nostro ospedale tra i finalisti del Premio alla memoria di Umberto Veronesi è un riconoscimento anche all’Ospedale Evangelico Betania e allo stile con cui ci rapportiamo ai nostri pazienti, da sempre orientato alla umanizzazione delle cure e all’attenzione alla persona nel suo complesso, non solo da un punto di vista medico” afferma la Vice Presidente della Fondazione Evangelica Betania, Cordelia Vitiello.
Nell’era della medicina sempre più tecnologica e veloce, dove i medici hanno sempre meno tempo da dedicare ai pazienti, sembra proprio che i percorsi di cura non possano fare a meno del supporto generato dal dialogo e da una corretta relazione e comunicazione tra il medico e il suo assistito.
Anche le parole possono curare! Questo aspetto è ancora più marcato nel caso di patologie come il tumore al seno o altre patologie oncologiche, che richiedono un approccio di cura multidisciplinare, che coinvolge non solo l’oncologo ma anche altri professionisti.
Ascoltare i pazienti, infondere loro fiducia e speranza, significa scatenare reazioni positive, che addirittura, come dimostrano numerosi studi scientifici, possono potenziare gli effetti delle terapie e favorire la guarigione. Umberto Veronesi ha lasciato questo messaggio in eredità al nostro Paese, ai medici che hanno lavorato con lui e alle nuove generazioni, e per questo Europa Donna Italia ha deciso di intitolare alla sua memoria il Riconoscimento al Laudato Medico.
“Umberto Veronesi è stato il primo a riconoscere e dare l’umanizzazione alla medicina – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia – prima di lui si pensava che fosse più urgente curare l’organo piuttosto che la persona. Lui aveva capito che preoccuparsi della sensibilità delle pazienti accelerava la guarigione e lo insegnava ogni giorno a colleghi e allievi. Il Riconoscimento vuole valorizzare il modo di concepire la relazione medico-paziente introdotto dal professor Veronesi affinché sia da stimolo e modello esemplare per tutta la classe medica”.
Anche le parole possono curare! Questo aspetto è ancora più marcato nel caso di patologie come il tumore al seno o altre patologie oncologiche, che richiedono un approccio di cura multidisciplinare, che coinvolge non solo l’oncologo ma anche altri professionisti.
Ascoltare i pazienti, infondere loro fiducia e speranza, significa scatenare reazioni positive, che addirittura, come dimostrano numerosi studi scientifici, possono potenziare gli effetti delle terapie e favorire la guarigione. Umberto Veronesi ha lasciato questo messaggio in eredità al nostro Paese, ai medici che hanno lavorato con lui e alle nuove generazioni, e per questo Europa Donna Italia ha deciso di intitolare alla sua memoria il Riconoscimento al Laudato Medico.
“Umberto Veronesi è stato il primo a riconoscere e dare l’umanizzazione alla medicina – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia – prima di lui si pensava che fosse più urgente curare l’organo piuttosto che la persona. Lui aveva capito che preoccuparsi della sensibilità delle pazienti accelerava la guarigione e lo insegnava ogni giorno a colleghi e allievi. Il Riconoscimento vuole valorizzare il modo di concepire la relazione medico-paziente introdotto dal professor Veronesi affinché sia da stimolo e modello esemplare per tutta la classe medica”.
“Creare da subito un buon rapporto con il paziente, entrando in empatia con lui, è fondamentale – afferma Paolo Veronesi, Presidente Fondazione Umberto Veronesi – la prima cosa da fare è ascoltarlo. Il medico deve necessariamente trovare un equilibrio tra il tempo che ha a disposizione, effettivamente troppo limitato, e la capacità di accontentare i pazienti. In ogni caso, la regola che vale per tutti noi medici è quella di non chiudere mai la porta di fronte a un paziente che ti vuole parlare”.
Le parole positive, il comportamento empatico e di vicinanza al paziente da parte di medici e infermieri, attiva meccanismi benefici. Oggi è possibile identificare e valutare i bisogni dei pazienti con apposite metodiche e questionari specifici e far sì che il personale sanitario adotti una comunicazione idonea a soddisfare tali esigenze.
ADVERTISEMENT