Si torna a sparare nel Rione Conocal di Ponticelli. All’incirca sei mesi dopo l’agguato costato la vita al 19enne Emanuele Errico detto “pisellino”, nella roccaforte del clan D’Amico si è consumato un agguato, culminato nel ferimento di un uomo.
Una dinamica inequivocabile e che pochi dubbi lascia sulle intenzioni dei killer che hanno bussato alla porta della vittima nel cuore della notte per esplodergli contro due colpi d’arma da fuoco alle gambe.
L’agguato è avvenuto nella notte tra sabato 3 e domenica 4 novembre, intorno alle ore 01:30: a finire nel mirino dei killer è Mario Loquescio, 54enne pregiudicato di Ponticelli, con precedenti per furto e stupefacenti. Da quando si è separato con la moglie, l’uomo vive da solo nell’appartamento in via Vera Lombardi teatro dell’episodio e quando i sicari hanno bussato alla sua porta, era a letto.
Uno dei due uomini che il 54enne si è ritrovato davanti ha puntato una pistola calibro 7,65, all’altezza delle gambe e ha fatto fuoco due volte.
Secondo quanto riferito dallo stesso Loquescio alla Polizia di Stato che indaga per far luce sull’accaduto, il 54enne si è alzato ed è andato ad aprire la porta, senza nutrire alcun timore, perchè non vi era alcun elemento che potesse metterlo in allerta. L’uomo ha dichiarato di non conoscere i due artefici del raid punitivo dalla matrice inequivocabilmente chiara: i due killer avrebbero potuto uccidere il 54enne, ma è palese l’intento intimidatorio della gambizzazione.