Farà tappa anche quest’anno a Sirignano (AV) per il festival Pomigliano Jazz in Campania. Giovedì 6 settembre alle ore 20.30, Palazzo Caravita farà da cornice all’esibizione di Tony Esposito, in scena con il progetto “Le origini” (ingresso gratuito). Un live speciale, costruito per il festival diretto da Onofrio Piccolo, che ripercorre i primi anni di carriera del percussionista napoletano tra fusion, jazz, ritmi tribali e blues metropolitano.
Quello di Tony Esposito sarà un ritorno alle origini musicali che hanno attraversato gli anni Settanta con produzioni discografiche che mischiavano i primi vagiti della world music, funky e una fusion che metteva sempre in primo piano il gusto della melodia e le percussioni, che assumevano ruolo da protagonista. Un viaggio attraverso produzioni discografiche come “Rosso napoletano”; “Processione sul Mare”; “Gente distratta” e “La banda del sole”, quest’ultimo, prelude alla sua prima partecipazione al prestigioso Montreux Jazz Festival al fianco del Perigeo.
Un progetto unico, fortemente voluto da Pomigliano Jazz, da sempre alla ricerca di stimoli narrativi capaci di guardare al patrimonio culturale campano così come a quello internazionale. E in questo Tony Esposito, figura di primissimo piano, rappresenterà una vera e propria riscoperta. Per quanto il suo nome sia legato alla musica di Pino Daniele o ai primi strepitosi successi pop, in questo “ritorno alle origini” l’ascoltatore vivrà un nuovo battesimo sonoro.
Una musica, quella delle “origini” permeata da una forte fascinazione per i suoni del Mediterraneo, ancora prima che la “musica mediterranea”, diventasse un marchio di fabbrica di produzioni internazionali. Lavori musicali dove la ritmica diventava melodia, narrazione, pulsazione costante di un sound che lo ha reso famoso in tutto il mondo. E che nel 1981 caratterizzerà, non poco, uno dei dischi centrali della discografia di Pino Daniele, “Vai mo’”. Un sound, il suo, che lo portò in giro per il mondo al fianco dei principali interpreti di quella lunga stagione che frullava rock e jazz, funky e world, in una miscela sonora a trazione ritmica che porta la firma di gente come Don Cherry, Billy Cobham, Gato Barbieri, Don Moye, Emir Deodato, Nanà Vasconcelos, solo per fare alcuni dei nomi che hanno diviso il palco con Tony Esposito.
Un concerto, che quasi cinquanta anni dopo quella straordinaria stagione, ripropone, grazie a una formazione di ottimi solisti che vede come guest il pianista Antonio Faraò, autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, molto ammirato da Herbie Hancock. A completare il quartetto, Lino Pariota (tastiere, sinth, voce) e Claudio Romano alla batteria.