Manuela Bailo, impiegata 35enne e il sindacalista Fabrizio Pasini di 48 anni, si erano conosciuti in ufficio, al Caf della Uil. Uma relazione nata nell’ambito lavorativo e stroncata con un omicidio.
La 35enne bresciana scomparsa dal 29 luglio, è stata uccisa. A confessare il delitto è stato l’amante, Fabrizio Pasini, sindacalista della Uil e collega della giovane. L’uomo, tornato nella serata di domenica 19 agosto dalla Sardegna, dove era andato in vacanza con la moglie e i figli, ha portato gli inquirenti sul luogo dove ha sepolto Manuela e ha fatto anche ritrovare l’auto, lasciata dove i due si erano incontrati la sera del 28 luglio a Brescia.
Il corpo era sotterrato nel giardino di una cascina ad Azzanello, nel Cremonese. La svolta è arrivata dopo che l’uomo è stato ascoltato a lungo, nella notte, dagli investigatori. Il delitto sarebbe avvenuto la sera stessa della scomparsa di Manuela, al termine di un litigio durante il quale l’uomo si sarebbe anche procurato una forte botta alle costole. “Sono caduto in casa inciampando in un tappeto”, aveva spiegato in un’intervista al Giornale di Brescia, negando di avere a che fare con la scomparsa.
Le indagini non sono ancora chiuse, per ora ha confessato, ma non ha ancora fornito tutti gli elementi necessari per ricostruire anche le motivazioni di questo gesto.
La Uil ha sospeso immediatamente il reo confesso, sindacalista di Brescia, avviando la procedura per l’espulsione definitiva dall’organizzazione. Il sindacato, che rivendica il suo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne, ha diffuso una nota spiegando che “la notizia dell’assassinio di Manuela, la nostra dipendente del Caf Uil di Brescia, ha gettato noi tutti nello sconforto. È un dolore immenso che condividiamo con i suoi familiari, al cui fianco ci stringiamo con sincero affetto”. “Mai avremmo immaginato – afferma la Uil – che un nostro attivista di categoria, il reo confesso, potesse essere capace di un così efferato delitto”.
“Abbiamo litigato, l’ho spinta ed è caduta dalle scale: ma non l’ho fatto apposta, e quando è morta ho perso la testa”, avrebbe detto agli inquirenti il reo confesso. Poi ha occultato il cadavere in un sacco della spazzatura e sepolto in una vasca che un tempo era piena di liquami. Lo ha lasciato lì a marcire per 23 giorni consecutivi, dal sabato pomeriggio in cui la ragazza è scomparsa fino al giorno in cui è rientrato dalle vacanze in Sardegna con la famiglia.
L’avrebbe caricata in macchina, subito dopo la sua morte. Ha raggiunto la campagna cremonese dove spesso giocava a soft-air con gli amici. Non è ancora chiaro come abbia fatto a varcare la soglia del fondo chiuso di Azzanello dove poi è stata grossolanamente sepolta Manuela Bailo. L’ha gettata in questa vasca, avvolta nella plastica nera, poi ha coperto il buco con delle vecchie lamiere. E’ stato lui a raccontare ai carabinieri dove era stata sepolta. Ma i cani dei militari stavano già annusando una pista in zona, come confermato da alcuni residenti.
Indagini serrate, non facili, ma che da qualche giorno avevano chiuso il cerchio. Le immagini delle telecamere cittadine l’hanno inquadrato mentre transitava in auto a Brescia insieme a Manuela. Le celle telefoniche li hanno intercettati insieme, nello stesso edificio, nella casa di Via Allende a Ospitaletto. Poi l’automobile della giovane, la sua Opel Corsa grigia, ritrovata già il 7 agosto scorso, ma nessuno ha fatto trapelare la notizia.
Fabrizio Pasini la sera stessa dell’omicidio sarebbe andato a cena insieme a vecchi amici. Pochi giorni dopo è poi partito per le ferie, in Sardegna con la sua famiglia. Adesso è in stato di fermo, accusato di omicidio ed occultamento di cadavere.
Il sindaco di Nave ha annunciato che verrà proclamato il lutto cittadino.