Un’estate ricca di disagi per gli abitanti di Ponticelli e che li vede costretti a barricarsi in casa per diverse ragioni, sia di giorno che di notte.
Se di giorno balconi e finestre devono restare chiusi per evitare che le abitazioni vengano raggiunte dall’area irrespirabile che deriva dalla protratta esposizione al sole di cumuli di rifiuti di tutti i tipi che abbondano anche nel bel mezzo dei centri abitati, di notte la situazione diventa ancor più complessa.
A rendere il clima invivibile non concorrono solo gli schiamazzi dei gestori delle piazze di droga che se un tempo tendevano ad optare per una politica rispettosa della collettività oltre che più discreta, oggi gestiscono i loro business a cielo aperto e sprezzanti dei pericoli, oltre che del diffuso malcontento che generano tra coloro che vivono nei pressi dei supermarket della droga, costretti a barricarsi in casa per evitare che i bambini vedano e sentano quello che accade a due passi dai loro occhi, oltre che per ambire ad un po’ di quiete.
A Ponticelli, a quanto pare, tutte le sere c’è qualcosa da festeggiare.
Intorno alla mezzanotte, puntualmente, vengono esplosi fuochi d’artificio. Un rituale che, secondo quanto riferito dai ponticellesi, viene praticato anche nel cuore della notte. Alle 2, alle 3. Spettacoli pirotecnici che si protraggono anche per 10-15 minuti costringendo chi a quell’ora dorme, a svegliarsi di soprassalto.
Imminenti matrimoni e ricorrenze simili, ma è chiaro che quei fuochi vengano esplosi non solo per festeggiare delle ricorrenze, ma anche per disegnare nel cielo che copre il quartiere dei messaggi ben precisi sui quali molto spesso c’è la firma di chi gestisce le oltre 300 piazze di droga esistenti a Ponticelli.
I fuochi vengono esplosi per rivendicare il prestigio di una piazza di droga piuttosto che di un’altra: uno spettacolo pirotecnico che dura dai 10 ai 20 minuti comporta una spesa importante. Nel gergo malavitoso “bruciare” le migliaia di euro spese per acquistare i fuochi, significa disporre di un patrimonio economico che può essere sperperato e questo va festeggiato in maniera plateale, soprattutto per suscitare l’invidia dei competitors.
Non solo schiamazzi e fuochi d’artificio: quella targata 2018 è destinata ad essere ricordata come l’estate in cui si è registrato il maggior numero di “serenate”, ovvero, autentici mini-concerti dal vivo commissionati sotto forma di dedica.
Le celebri performance canore capaci di richiamare in strada centinaia di persone, rappresentano il vero incubo dei cittadini che si dissociano da questo modo di vivere e che vorrebbero godere del meritano riposo durante le ore notturne. Moltissimi i lavoratori che escono di casa all’alba e che si vedono costretti a trascorrere le notti in bianco per il trambusto che si registra in strada.
Cantanti neomelodici in voga, accompagnati da musicisti, faretti ed effetti psichedelici degni di una discoteca: tanto basta per richiamare in strada un plebiscito di persone che si lascia andare a balli e canti fino a notte fonda.
A destare particolare attenzione, di recente, è stata la singolare “Festa di Sant’Anna” organizzata nel Rione Conocal di Ponticelli, l’ex bunker dei D’Amico, teatro di un duplice agguato in cui ha perso la vita un 19enne pochi mesi fa. Un omicidio maturato al culmine di un contenzioso tra rapinatori incapaci di accordarsi sulla spartizione della refurtiva. Per questo motivo, due fratelli e coetanei della vittima, hanno deciso di ucciderlo. Tutti i protagonisti della vicenda vivevano nel Rione Conocal.
Ciononostante “lo spettacolo deve continuare”.
Non è ancora chiaro chi, come e perchè abbia organizzato il concerto-tributo dedicato a “Vincenza, Vitarella ed Assunta” nel giorno in cui si festeggia Sant’Anna, sebbene non fosse il giorno in cui nessuna delle tre donne festeggiava l’onomastico.
Vincenza, Vitarella e Assunta, secondo quanto riferito da alcuni residenti in zona, sarebbero tre donne scomparse di recente.
Un parterre di tutto rispetto ha animato la serata, composto da ben 18 cantanti neomelodici, tra i quali spiccano i nomi di personaggi più volte accostati ai “Fraulella”, la cosca nata nel Rione Conocal e che non di rado hanno intonato canzoni che strizzano l’occhio alla malavita, senza tralasciare il fatto che si tratta di ospiti fissi anche del “Lotto O”, il quartier generale dei De Luca Bossa, un clan che con i D’Amico ha dimostrato di avere tante affinità.