Termina dopo quattro mesi la caccia a Gennaro Aprea, elemento di spicco dell’omonimo clan attivo a Barra, quartiere della periferia orientale di Napoli.
“O’ nonno”, questo il soprannome di Aprea, lo scorso marzo aveva violato gli obblighi della libertà vigilata a Castel Volturno, quando gli restavano da scontare un anno e due mesi. Da quel momento è iniziata la caccia all’uomo terminata quando gli agenti del commissariato di Ponticelli hanno tratto in arresto il 45enne cognato del boss Giovanni Aprea. Lo hanno acciuffato a Ponticelli, a casa della figlia, dove il ricercato si recava abitualmente per fare visita ai parenti. Quando ha visto gli agenti, Aprea si è lasciato smanettare senza opporre resistenza ed è stato condotto nella casa lavoro dove dovrà scontare la sua pena.
“’O nonno” è finito nel mirino degli inquirenti quando lo scorso dicembre fu identificato tra i partecipanti ad un summit tra gli elementi di spicco dei clan di Napoli Est alleati per scalzare i De Micco da Ponticelli. Riuniti intorno a un tavolo per discutere le strategie criminali e per darsi un assetto e un’organizzazione dopo aver sconfitto i loro nemici: così li trovarono gli agenti della polizia di Ponticelli quando fecero irruzione nell’appartamento di via Mastellone a Barra, pochi giorni dopo l’arresto di 26 persone ritenute contigue alla cosca dei tatuati e che di fatto ha sancito il declino del clan De Micco che per diversi anni ha tenuto sotto sacco le altre famiglie malavitose del quartiere.
A quella riunione oltre a ’o nonno”, parteciparono i Manichini, gli Aurino e i De Luca Bossa.