La sentenza della Corte di Cassazione in merito alla sottrazione di fondi pubblici da parte della Lega Nord ha indicato il sequestro dei 49 milioni di euro ovunque siano finiti. Sulla decisione della Corte interviene Enrico Panini segretario nazionale di DemA: “La Lega è uguale ai partiti della prima repubblica – dice il segretario in una nota – il partito guidato da Matteo Salvini ha dimostrato la sua idea di gestione della cosa pubblica, la sottrazione di 49 milioni di euro di fondi pubblici usati a scopi privati ci riporta alla mente le precise dinamiche di Tangentopoli.
L’inchiesta sulla sparizione dei 49 milioni di euro accertò che quei soldi furono usati per le spese private di Umberto Bossi e dei suoi due figli Renzo e Riccardo – ricorda Panini – ma furono utilizzati anche dall’attuale presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e dall’attuale Ministro degli Interni Matteo Salvini che, tra il 2011 e il 2014, hanno usato i soldi dei rimborsi elettorali frutto della truffa messa in piedi dall’ex tesoriere della Lega Nord Belsito”.
“La questione morale in questo paese è più viva che mai – prosegue il segretario di DemA – e ci sorprende molto il silenzio di chi è al governo come alleato della Lega Nord che ha fatto della lotta alla corruzione una sua bandiera ma che evidentemente davanti ad una truffa da 49 milioni di euro si sta girando dall’altra parte. Per noi la lotta alla corruzione e al malaffare non è uno slogan ma si combatte tutti i giorni ed è un fattore imprescindibile rispetto alle alleanze politiche. Ci spiace – conclude Panini – per i meridionali che sono andati a Pontida, messi in vetrina da Matteo Salvini come dimostrazione della sua presenza al Sud, definiti “mantenuti” dal padre della Lega Umberto Bossi, l’uomo della truffa da 49 milioni di euro. Il Mezzogiorno non piega la testa alla subalternità, il Sud è ribelle”.