“L’istituto Marino Santa Rosa di Ponticelli ha messo il proprio quartiere al centro di questa progettualità“: esordisce così Annamaria Palmieri, assessore alla scuola e all’istruzione del comune di Napoli, nel corso della presentazione del progetto “FA.C.E. – Farsi Comunità Educante”, svoltasi durante la mattinata di martedì 3 luglio presso la Sala Giunta del Comune di Napoli.
L’Istituto comprensivo di Ponticelli, dunque, per l’ennesima volta si trova a vestire i prestigiosi abiti della “prima donna”, nell’ambito di un progetto il cui obiettivo è ampliare l’accesso ai servizi educativi dei bambini fino a 6 anni anche nei territori di Reggio Emilia, Teramo e Palermo.
Un progetto che punta a riqualificare l’esperienza educativa, promuovendo l’aumento dell’iscrizione a scuola e lo fa a Ponticelli, uno dei quartieri in cui si registra il tasso di assenteismo scolastico più elevato dell’intera nazione. Un trend al quale fa eco un’altra “moda” che rischia di portare alla chiusura di numerosi plessi scolastici del quartiere: lo stato di fatiscenza e i numerosi disservizi che si rilevano nella maggior parte degli istituti scolastici del quartiere, infatti, stanno costringendo i genitori ad iscrivere i propri figli altrove, a favore delle scuole dei comuni limitrofi – Cercola in primis – che hanno visto lievitare il numero delle iscrizioni negli ultimi anni. Senza tralasciare i drammatici dati relativi alla dispersione scolastica, con bambini iscritti alla scuola elementare che collezionano assenze e che trascorrono le loro mattinate per strada, finanche a pochi metri dalla scuola, nell’indifferenza totale e generale.
L’I.C. Marino Santa Rosa merita di essere collocato al centro della scena anche e soprattutto per tracciare un bilancio dello stato di salute delle scuole del quartiere e in tale ottica va annoverato come uno dei migliori edifici scolastici della VI municipalità.
Il dirigente scolastico di questo istituto, Gaetano Marchesano, gestisce altri tre plessi che versano in condizioni ben più disagiate rispetto al “fiore all’occhiello” dell’intera periferia est di Napoli, all’avanguardia nel design, nei servizi offerti, oltre che per i laboratori extracurricolari proposti.
Oltre alla sede centrale, esistono anche – almeno sulla carta – Lago di Scanno, Lotto G e Lotto O.
Quattro plessi, quattro destini, con una sola scuola – la “Marino Santa Rosa, per l’appunto – degna di definirsi tale, mentre Lago di Scanno e Lotto G, per l’avanzato stato di degrado che hanno collezionato negli anni, al quale ha fatto eco un prevedibile calo di iscrizioni, sembrano destinate a sparire dalla cartina degli istituti scolastici del quartiere, il Lotto O “sopravvive”, ringalluzzito dalla magnanimità della Napoli Servizi che sta tenendo fede agli impegni presi lo scorso inverno quando, contestualmente all’intervento di manutenzione straordinaria all’impianto elettrico che aveva lasciato gli alunni al buio per diversi giorni, si era fatto carico di una serie di interventi: la sostituzione di wc e porte fatiscenti, la riparazione di tubature dalle quali fuoriuscivano perdite d’acqua. Disagi superati, quindi, per il plesso che milita in uno dei rioni-arsenali dei clan della camorra, con l’auspicio che l’impianto di impermeabilizzazione voluto per ricoprire la cabina elettrica si rilevi condizione necessaria e sufficiente per garantire un anno scolastico sereno e che la casa del custode, dopo il faticoso sgombero da parte della polizia municipale – in seguito alla denuncia divulgata proprio attraverso le pagine del nostro giornale – della famiglia che la occupava abusivamente da tre anni, non venga nuovamente assediata.
Mentre la sede centrale viene portata in gloria, quindi, Ponticelli rischia di perdere almeno due plessi scolastici. Il bilancio della situazione complessiva degli istituti comprensivi del quartiere, infatti, è ben più compromessa. Come ha ricordato l’assessore Palmieri nel corso di quella conferenza stampa “in quel territorio abbiamo scuole dell’infanzia comunale e statali e nidi comunali” – di cui uno aperto e chiuso nel tempo record di due anni proprio nel Lotto O di Ponticelli l’estate scorsa – tuttavia, quasi tutti gli edifici versano in condizioni che mancano sensibilmente di rispetto al concetto di “scuola”.
Mentre veniva presentato il progetto F.A.C.E. che colloca “la solita scuola” di Ponticelli nell'”olimpo degli dei dell’istruzione”, le mamme dei bambini che frequentano gli altri istituti si interrogano sul futuro dei loro figli.
Diverse classi del Lotto G, ad esempio, rischiano di non formarsi, visto l’esiguo numero di iscritti. In virtù di questa ipotesi che sembra tutt’altro che infondata, i genitori si interrogano sulla legittima possibilità di dirottare i figli presso un istituto da loro scelto, prima che vengano smistati in altre classi di altri istituti “superstiti”. Allo stato attuale sono solo quattro le classi elementari accolte nel plesso, oltre alla scuola materna.
Mentre veniva presentato il progetto che “promuove l’aumento dell’iscrizione a scuola”, Ponticelli rischia di perdere dei presidi di cultura e legalità.
Il Lotto G è la scuola più vicina al Rione De Gasperi di Ponticelli, l’ex roccaforte del clan Sarno che ha iniziato a perdere colpi in termini di iscritti contestualmente all’assegnazione degli alloggi comunali nel nuovo De Gasperi. Troppo scomodo per i genitori – soprattutto per le tante madri non automunite – dover raggiungere quella scuola con l’istituto San Giovanni Bosco a due passi. Inoltre, la totale assenza di manutenzione ordinaria, nel corso degli anni, ha concorso a ridurre in uno stato di conclamata fatiscenza il plesso, dove si rileva la presenza di una datata area dell’istituto dichiarata inagibile e sigillata con tanto di nastro rosso e bianco, analoga sorte per la palestra, l’anfiteatro e diverse aule adibite a laboratori. Numerose anche le classi divorate dalla muffa che costringono i bambini a stanziare in un clima maleodorante oltre che nocivo per la salute. Esiguo anche il numero di laboratori ed attività extrascolastiche svolte dai bambini, figli dei plessi disagiati. Quest’ultimo appunto è stato mosso anche dalla presidenza della VI Municipalità, oltre che dalle madri e dagli stessi alunni che riferiscono di sentirsi “penalizzati ed emarginati”, in quanto, “carte alla mano”, risulta lampante il vivo coinvolgimento del plesso centrale e del Lotto O in plurime attività ed iniziative scolastiche ed extrascolastiche, a discapito dei plessi Lotto G e Lago di Scanno che ricoprono un profilo ben più basso e marginale.
Il rischio che la scuola possa essere occupata dagli abitanti del rione ai quali non verrà assegnato un nuovo alloggio, laddove smetta di espletare le sue mansioni, è un ipotesi più che palpabile e probabile. Una consapevolezza, quest’ultima, che vive anche nelle coscienze delle istituzioni.
Mentre la “Marino Santa Rosa” viene collocata al centro di progetti innovativi, prestigiosi e all’avanguardia, ai bambini che frequentano gli altri plessi viene garantita a stento un’aula indenne dalle infiltrazioni d’acqua.
Mentre la “Marino Santa Rosa” conquista per l’ennesima volta le luci della ribalta nazionale, gli abitanti del quartiere continuano a chiedersi quale futuro l’amministrazione comunale abbia in serbo per le altre scuole di Ponticelli e soprattutto per i bambini iscritti alle “scuole di serie B”.