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Lo storico Luigi Verolino racconta i primi abitanti di Ponticelli

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
20 Giugno, 2018
in Arte & Spettacolo, In evidenza
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Lo storico Luigi Verolino racconta i primi abitanti di Ponticelli
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33846042_168814860627830_5082502296214962176_nLa prima testimonianza di attività umane sul territorio di Ponticelli fu scoperta nel dicembre 1912 durante i lavori per la costruzione della linea ferroviaria direttissima Napoli – Roma.
Una necropoli di 111 tombe, risalente al IV secolo a. C., attestò la presenza di un gruppo di Sanniti che si era si stabilito nella zona di Porchiano (via Botteghelle), in contrada Purgatorio-Arpino.
Tenendo conto che questa popolazione si era già impadronita di Cuma, è probabile che la città di Napoli dovette venire a patti con gli invasori, stringendo rapporti ‘amichevoli’ e consentendo stanziamenti ai confini della città.
Estremamente interessante e puntuale fu la relazione degli scavi, pubblicata nel 1922:
“Ai primi di dicembre 1912 il Soprintendente agli scavi di Napoli ebbe notizia che nei lavori di sterro eseguiti dalla Ditta Mazzocchi e Carrata, […] presso la cappelletta del Purgatorio, sulla traversale che porta al ponte di Porchiano di Ponticelli, e precisamente in territorio di questo comune, apparivano tombe antiche. […] L’impresa dei lavori aveva conservato alcuni oggetti più interessanti, che mi furono subito consegnati”.
Questi alcuni dei reperti recuperati:

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– Statuina di terracotta, alta mm. 130. Una giovane donna avvolta nel chitone e nello himation procede verso sinistra tenendo a cavalluccio un erote.

– Anforisco con ansa sulla bocca (alt. del vaso mm. 205). Sulla pancia, da ciascun lato è dipinta una grande testa femminile. Le due teste sono divise da grandi palmette;

– Vaso con coperchio (diam. mm. 105; alt. mm. 120) con decorazione uguale a quella del vaso precedente. Tutt’e due sono prodotti italioti, di fabbrica campana, databili nella prima metà del III secolo a. C.

– Guttus a vernice nera, baccellato con una testa leonina al beccuccio (diam. mm. 90; alt. 45 mm.). Di fabbricazione campana della seconda metà del III sec., probabilmente di Cales;
– Cuspide di lancia di ferro, lunga mm. 185; […]

33994858_168814707294512_6066732105503604736_nIl ricco resoconto del soprintendente terminò con una serie di importanti considerazioni.
“Così questa piccola necropoli che possiamo ben dire di Napoli ci offre un quadro che getta nuova luce su un periodo della storia della ceramica assai trascurato per la modestia dei prodotti; ma che pure ha il suo grande interesse nella storia dell’arte e della civiltà italiana. E nello stesso tempo ci offre un nuovo documento della vita secolare della gloriosa metropoli partenopea”.
Le conclusioni dello studioso non furono, però, particolarmente precise. Infatti, il soprintendente Giglioli, esaminando alcune monete del corredo funerario, individuò erroneamente nel III secolo a. C. la datazione delle tombe rinvenute. Solo recentemente, grazie a studi più approfonditi, si è scoperto che la necropoli risaliva al secondo quarto del IV secolo, dando origine a nuove considerazioni di carattere storico per quanto riguardava la zona vesuviana e la stessa città.
33806441_168814367294546_7235669216739721216_nNel settembre del 1985 la Soprintendenza Archeologica allestì la mostra ‘Napoli Antica’, per studiare la regione compresa tra la città e l’agro vesuviano, dando grande rilievo alla necropoli di Ponticelli.
In prossimità delle tombe, infatti, fu trovato anche un lungo muro in blocchi di tufo (h. 2,20 m.) appartenente a un piccolo nucleo abitato. Le notevoli dimensioni del manufatto potrebbero far supporre trattarsi di un’opera di terrazzamento o di un muro di cinta.
Questa straordinaria scoperta determinò un ripensamento delle vicende che avevano riguardato l’intera zona delle paludi napoletane, abitate da nuclei di popolazioni distribuiti in villaggi e piccoli centri urbani indipendenti.
Dalle nuove indagini fu possibile ipotizzare che il territorio a ridosso della città, nell’area compresa tra Ponticelli e la regione a sud-est di Casoria e Afragola, fosse occupato densamente da un sistema di insediamenti rurali distinti ma molto ravvicinati.
33747825_168814310627885_1477143118288519168_nUn ulteriore elemento caratteristico della necropoli di Ponticelli era la presenza della “olla”, ossia un contenitore di derrate alimentari che sottolineava il legame strettissimo di questa cultura con la coltivazione della terra.

Le immagini rappresentano alcuni degli oggetti ritrovati nella necropoli di Ponticelli e risalenti al IV secolo a. C., tuttora conservati al Museo archeologico di Napoli.

Tags: Comune di Napoliluigi verolinoperiferia orientale di napoliponticellistoria
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