Il mese di giugno è iniziato nel segno della replica dello Stato alla faida di camorra che da mesi si combatte a suon di “stese” – colpi d’arma da fuoco esplosi in aria o verso portoni ed abitazioni, da parte di scorribande in sella a potenti scooter – lungo le strade del quartiere San Giovanni a Teduccio e che nelle ultime settimane avevano assunto i connotati della pratica all’ordine del giorno.
La faida in corso tra i Rinaldi e i Mazzarella, con i rispettivi clan affiliati annessi, per il controllo delle attività illecite del quartiere: per questo motivo si spara senza sosta lungo le strade del primo quartiere della periferia est di Napoli e con particolare frequenza nel Rione Villa, il quartier generale del clan Rinaldi.
Manifestazioni, proteste, appelli da parte dei cittadini e delle associazioni che operano sul territorio, mirate a richiedere un intervento risolutivo da parte delle istituzioni, prima che ci scappi il morto innocente, hanno ottenuto una risposta concreta: oltre cento gli uomini mobilitati dalla Questura, per circa 8 ore, durante la mattinata di venerdì 1 giugno, hanno blindato il territorio.
Agli occhi di molti è apparsa una vera e propria prova generale, una sorta di esercitazione preparatoria che lascia presagire che a breve lo Stato metterà a segno la sua controffensiva alla camorra per stroncare definitivamente la faida in atto.
Il quartiere è stato letteralmente blindato, con posti di blocco ad ogni angolo di strada: oltre 50 pregiudicati sono stati schedati e controllati, numerose abitazioni sono state perquisite, due persone denunciate per contrabbando di sigarette, scoperta una piazza di spaccio con tanto di telecamere di videosorveglianza che assicuravano discrezione e tranquillità ai pusher. Questo il bilancio giunto al culmine di un’operazione avviata in un momento storico teso e concitato per San Giovanni a Teduccio e che ha prodotto i primi frutti: è da una settimana che non si registrano “stese”.