Al via presso il tribunale di Napoli il processo che vede imputate tre persone che dovranno rispondere del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di dieci commercianti Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli.
I fatti risalgono all’inverno scorso, quando i tre presunti estorsori, in concomitanza delle festività natalizie avrebbero taglieggiato i commercianti chiedendo somme di denaro tra i 250 e i mille euro, sotto la minaccia del clan di appartenenza, affermando che la richiesta estorsiva era destinata al sostentamento dei detenuti e a rifocillare le casse dell’organizzazione criminale che stava cercando di ricompattarsi per scalzare l’egemonia del sodalizio subentrato nel controllo degli affari illeciti a Ponticelli.
Il 28 novembre 2017, infatti, il blitz ha tradotto in carcere 23 persone ritenute contigue al clan De Micco, ha sensibilmente rimaneggiato in termini di forza e reclute il clan che era riuscito ad imporsi camorristicamente a Ponticelli, dopo il declino dei Sarno. I tre presunti estorsori, difatti, secondo quanto emerso dall’attività investigativa degli agenti del locale commissariato, capeggiati dal sostituto commissario Vittorio Porcini, stavano cercando di ricompattare il clan attingendo introiti dalla pratica di estorsioni ai danni di una dozzina di commercianti del quartiere.
Le dichiarazioni rese dalle vittime hanno concorso a delineare un quadro d’indagine più chiaro che ha portato all’arresto dei tre presunti estorsori.
La necessità impellente di scalzare il sodalizio criminale, frutto di una serie di alleanze strategiche tra diversi clan di Napoli est, per riaffermare l’egemonia dei De Micco: questo il movente che ha trascinato nella morsa del racket 10 commercianti del quartiere, intimiditi e minacciati, terrorizzati all’idea di quello che potesse accadere.
Tuttavia, facendosi coraggio a vicenda e attingendo forza dallo spirito di unione che anima l’associazione antiracket, hanno convertito la paura in coraggio fino a metterci la faccia, senza indugi, animati dalla ferma convinzione di essere dalla parte giusta, quella della legalità, e adesso chiedono che gli venga assicurata giustizia.
Otto commercianti si sono costituiti parte civile al processo unitamente all’associazione FAI antiracket di Ponticelli. La difesa delle vittime è affidata all’ufficio legale della FAI, Federazione delle Associazioni antiracket e antiusura Italiane. Il processo si svolge con rito abbreviato.
Trentadue anni di reclusione in totale e 30mila euro di multa sono le richieste di condanna formulate dal PM.
La sentenza è prevista per il prossimo luglio.