Napoli, così come l’intera Italia, sono ancora sotto choc per il suicidio di Eleonora, la 15enne che ieri si è tolta la vita lanciandosi nel vuoto dal 15esimo piano di un palazzo dell’isola G1 del centro direzionale.
Iscritta al secondo anno dell’Istituto Tecnico Economico Statale ” Enrico Caruso”, in via San Giovanni de Matha, nei pressi del corso Malta, Eleonora viveva nel Rione Luzzatti. A metà strada tra casa e scuola c’è il centro direzionale: un agglomerato di palazzoni alti, un gran via vai di giorno, luci spente e un gran silenzio di notte.
In quella sede, nonostante il trambusto tipico delle ore diurne, intorno alle 17,30, lo scorso giovedì 24 maggio, la 15enne ha identificato in quella sede la soluzione a quel problema che le sembrava insormontabile, a tal punto da giungere a compiere un gesto estremo: Eleonora era preoccupata per l’esito dell’anno scolastico, forse temeva una bocciatura. Ultimamente aveva rimediato qualche brutto voto e temeva di dover ripetere l’anno. Questa la probabile ragione che l’ha spinta a togliersi la vita.
Quando sono giunti sul posto, i medici del 118 non hanno potuto fare altro che costatare il decesso della giovane, probabilmente morta sul colpo, dopo un volo di circa 40 metri.
Sconvolti e distrutti dal dolore, i genitori sono giunti sul posto allertati dalle forze dell’ordine. La notizia del suicidio della 15enne si è diffusa immediatamente: i compagni di classe, gli amici, ma anche molti coetanei della giovane hanno esternato attraverso i social le emozioni scaturite da un fatto così sconvolgente.
Una morte, un nome, una storia, che vanno ad aggiungersi ad un già fitto elenco i precedenti che, letti tutti insieme, fanno riflettere, spaventano, addolorano.
Come può una ragazza di 15 anni andare incontro alla morte, pur di schivare i problemi derivanti da una bocciatura?
Questo il quesito che molte insegnanti, ma anche i genitori, nelle ore successive alla morte della giovane Eleonora hanno sottoposto ai suoi coetanei. Studenti, figli, ragazzi, frutto di una società che viaggia veloce e molto spesso le gambe di questi giovani non sono abbastanza allenate per reggere il passo.