Incontro-seminario incentrato sul delicato ed attuale tema dell’utilizzo consapevole dei social, ricco di interventi ed emozioni, quello svoltosi durante la mattinata odierna, venerdì 18 maggio, presso il plesso “Lotto O” dell’Istituto Comprensivo 70° circolo “Marino-Santa Rosa” di Ponticelli, al quale hanno partecipato anche una delegazione di alunni dei plessi “Lotto G” e “Lago di Scanno”, accompagnati da docenti e genitori.
Un evento giunto al culmine di un progetto, sviluppato nell’ambito del programma “Scuola Viva” della Regione Campania, grazie al prezioso supporto della docente Francesca De Luca, da svariati anni impegnata in iniziative volte ad offrire alternative utili e concrete ai ragazzi di uno dei contesti più critici del quartiere, dove la criminalità spesso fa sentire la sua presenza.
Il percorso avviato nell’Istituto di Ponticelli, proposto dalla Cattedra di Psicologia Clinica del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” , ha inteso lanciare un segnale preciso contro le discriminazioni e la violenza in ogni forma, contro il bullismo e il cyberbullismo, con l’obiettivo di una formazione alla cittadinanza globale. Sono stati coinvolti gli studenti delle scuole medie, i docenti e i genitori per garantire un consapevole uso delle nuove tecnologie.
Relatrici del seminario Valentina Boursier, ricercatrice di Psicologia clinica, Dipartimento Studi Umanistici dell’Università Federico II; Francesca Gioia, Psicologa e Dottoranda presso l’Università Federico II; Federica Coppola, Master in psicologia dei nuovi media, prevenzione e trattamento della dipendenza da Internet in adolescenza, hanno commentato così la loro prima esperienza a Ponticelli, nell’ambito di un percorso più ampio che si ripropongono di sviluppare nel corso del prossimo anno scolastico: “Prima del seminario di stamane, si sono svolti due incontri di due ore, incentrati sull’ “educazione alle emozioni” in relazione all’utilizzo di internet e dei media e che hanno avuto per protagonisti bambini e genitori in una sorta di confronto/incontro tra generazioni. Abbiamo cercato di coinvolgere i ragazzi per far emergere le loro abilità e rinforzarle e, al contempo, sensibilizzarli sui rischi che loro stessi hanno riconosciuto come tali.”
In relazione alle criticità maggiori che si riscontrano nell’utilizzo dei social tra i giovani, le relatrici hanno spiegato che “l’uso eccessivo e continuativo, ma soprattutto la qualità dell’uso dei nuovi strumenti di comunicazione, le vecchie generazioni si sono trovate in un mondo mediatico, le nuove, invece, ci nascono. Questo, di per sè, comporta delle differenze sostanziali nell’approccio e nell’utilizzo. Il nostro studio si basa principalmente sui rischi e le opportunità fornite da questi strumenti.”
Quanto incide il contesto nell’utilizzo dei social?
“Abbiamo svolto alcune ricerche con ragazzi più grandi, – hanno spiegato le relatrici – e per questo sono state selezionate scuole collocate in aree diverse, ma non abbiamo riscontrato differenze sotto quest’aspetto. La qualità del rapporto con i genitori, con la scuola e con i pari è differente, ma non è il contesto di appartenenza che determina un utilizzo diverso dei media. Anche in relazione all’utilizzo dei selfie, una pratica ordinaria e di uso comune, abbiamo scoperto che l’elemento problematico è il rapporto che le ragazze hanno con la loro immagine corporea, un campanello d’allarme che richiede interventi preventivi.”
Accolta dai bambini della quarta elementare del Lotto G e da alcuni alunni del Lotto O, l’assessore all’Istruzione e alle Politiche sociali della Regione Campania, Lucia Fortini, è giunta a Ponticelli per presenziare all’incontro odierno.
Ponticelli: il quartiere in cui si registra il più alto tasso di dispersione scolastica d’Italia. Quali sono gli interventi che la Regione Campania auspica per arginare questo preoccupante fenomeno? “Abbiamo messo in campo “Scuola Viva” – ha replicato l’assessore Fortini – che prevede apertura pomeridiana delle scuole. Sono 450 in Campania le scuole che usufruiscono di questo progetto, la metà delle scuole della regione, con uno sforzo di 100 milioni di euro da parte della Regione Campania. Per la prima volta è stata attuata una progettualità quadriennale, con finanziamenti che hanno coperto i due anni scorsi e i due successivi. Una rivoluzione, in genere i progetti destinati alle scuole sono annualio al massimo biennali. Abbiamo voluto dare uno strumento in più. A breve sarà pubblicato il bando di “scuola di comunità” per aiutare la scuola del mattino, in quanto gli insegnanti riferiscono che paradossalmente i bambini aderiscono con piacere ai progetti pomeridiani, ma non frequentano la scuola al mattino. Per arginare il fenomeno della dispersione scolastica, figure come quelle dei tutor e dei maestri di strada entreranno nella scuola del mattino per fare in modo che gli alunni la sentano meno pesante. Il trasporto gratuito, le borse di studio sono altri pacchetti importanti e mai realizzati prima. Tuttavia, i progetti sono nulla se non camminano sulle gambe di persone che hanno passione: quella che è accaduto oggi in questo istituto è la riprova che intorno alla scuola si è creata una comunità, grazie a progetti che hanno coinvolto anche i genitori. Consolidando i rapporti tra genitori e insegnanti si riesce a coinvolgere ad appassionare anche i ragazzi.”
La giornata si è conclusa con un ricco buffet, frutto dell’impegno delle mamme che hanno frequentato il laboratorio di pasticceria, alle quali è consegnato l’attestato di partecipazione.
“E’ stata una bella esperienza, che ha migliorato la comunicazione tra noi mamme. – ha affermato una delle madri che ha frequentato il laboratorio “Mani in pasta” – Due volte a settimana abbiamo seguito un corso, durante il quale ci hanno insegnato i percorsi base della pasticceria, gli impasti, le paste frolle. La maestra Palladino è stata molto brava e paziente, noi mamme sappiamo essere anche più indisciplinate dei bambini. Grazie a questi progetti, possiamo coltivare degli interessi e abbiamo sovlto un’attività che ci ha tenuto impegnate e ci ha insegnato qualcosa di utile. L’anno scorso abbiamo fatto il corso di taglio e cucito, sempre con la scuola. L’anno prossimo speriamo di poter ancora aderire a qualcosa di costruttivo.”