Domenica 22 aprile, il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, è giunto a Ponticelli per celebrare messa nella Parrocchia di San Rocco per conferire possesso canonico al novello parroco, Don Carlo De Rosa.
La visita del Cardinale, giunta in un momento storico in cui fioccano le denunce dei giovani di Ponticelli che negli anni 80 e 90 riferiscono di aver subito violenze sessuali da Don Silverio Mura, sacerdote ed insegnante di religione che tanto sta facendo parlare di sè e che di recente ha trovato rifugio e protezione, sotto falso nome, a Montù Beccaria, comune in provincia di Padova.
Appena due settimane fa, due delle vittime di Don Mura insieme a Francesco Zanardi, presidente di “Rete L’ABUSO”, hanno dato luogo ad un sit-in all’esterno del Duomo di Napoli per chiedere alla Curia partenopea delucidazioni concrete in merito ai provvedimenti adottati nei riguardi del prete, accusato di aver abusato sessualmente di diversi bambini di Ponticelli, senza ricevere nessuna risposta chiara e specifica.
La Diocesi di Napoli, infatti, è attualmente imputata nel processo penale per diffamazione aggravata ai danni della vittima Diego Esposito, inoltre, il Cardinale Sepe è stato denunciato formalmente dalle vittime anche alla Santa Sede nel settembre 2016 per aver insabbiato il caso Mura nel 2011, nel 2014 e ancora nel 2018, senza tralasciare “le libertà” concesse a Don Mura al quale è stato permesso di continuare ad insegnare religione nelle scuole, quindi di restare a stretto contatto con i bambini, seguitando ad ignorare le denunce delle vittime di abusi.
Diego Esposito – la prima vittima di Don Silverio che 8 anni fa denunciò gli abusi subiti – ha partecipato alla celebrazione eucaristica svoltasi a San Rocco domenica scorsa, come hanno fatto molti altri ponticellesi, e alla fine della messa è riuscito ad incontrare il Cardinale che gli ha promesso un incontro privato.
Accolto da un’esibizione dei bambini, dalla banda musicale, dagli applausi della popolazione e dai coriandoli lanciati al suo passaggio, come se Don Mura e il suo fantasma a Ponticelli non fossero mai esistiti, a “guastare la festa” al Cardinale ci hanno pensato le domande dei pochi giornalisti presenti: “cosa si prova ad arrivare nel quartiere di Don Silverio Mura?”, gli abbiamo chiesto poco prima che entrasse in Chiesa per celebrare la messa.
Senza battere ciglio, Sepe ha spinto i reporter presenti sul sagrato pur di sottrarsi all’imbarazzo di dover rispondere ad un “quesito scomodo”.
Un copione che si è ripetuto alla fine della celebrazione religiosa, durante il tragitto che Sepe ha percorso per raggiungere lo stand dove era stato allestito un rinfresco.
Strattonati dagli accompagnatori del Cardinale che ci hanno impedito più volte di avvicinarlo per fargli domande su quello che a tutti gli effetti appare un vero e proprio “argomento tabù” per la Curia napoletana, mentre altre presunte vittime di Don Silverio Mura si intravedono all’orizzonte.