E’ tornato in libertà Ciro Rinaldi, soprannominato My Way, ritenuto a capo dell’omonimo clan del Rione Villa di San Giovanni a Teduccio. “My Way” – soprannome che gli deriva dall’assidua frequentazione di un rinomato locale notturno molto in voga nella Napoli degli anni Ottanta – era stato arrestato insieme ad altre 7 persone alla fine del marzo scorso, in quanto ritenuto uno dei presunti mandanti del duplice omicidio del boss dei barbudos del Rione Sanità Raffaelle Cepparulo e dell’innocente Ciro Colonna.
Il tribunale del Riesame, durante la serata di giovedì 12 aprile, ha scarcerato il presunto boss ritenuto a capo del clan in guerra con i Mazzarella. Stesso destino al quale è andata incontro 24 ore prima Cira Cipollaro, madre di Michele Minichini ed ex compagna del boss Ciro Minichini, attualmente legato sentimentalmente ad Anna De Luca Bossa.
Ad inchiodare Rinaldi una serie di intercettazioni telefoniche in una casa del Rione Pazzigno, dove veniva commentato un duplice omicidio avvenuto poche ore prima. Due persone usano spesso l’intercalare “ma ue’”, il soprannome del 54enne Ciro Rinaldi. Una prova di colpevolezza che ha convinto il gip, ma non Tribunale del Riesame di Napoli che ha scarcerato Rinaldi che hanno ritenuto le prove a carico dell’indagato insufficienti per legittimarne il fermo.
Il movente dell’omicidio di Cepparulo – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – andrebbe collocato proprio nell’ambito della faida tra i Rinaldi e i Mazzarella, in quanto il giovane boss dei barbudos, in seguito alla strage delle Fontanelle, contro i nemici del clan Vastarella del Rione Sanità, trovò rifugio tra i palazzoni del Lotto O di Ponticelli. Durante il periodo in cui sfuggiva al mirino dei killer del centro storico di Napoli, Cepparulo avrebbe stretto un’alleanza con i Mazzarella e per questo motivo Michele Minichini – imparentato con i De Luca Bossa di Ponticelli ed alleato dei Rinaldi – avrebbe ordinato insieme a “My way” l’omicidio di Ultimo – questo il soprannome di Cepparulo – in quanto alleato del clan rivale, ma secondo il riesame i dati emersi dalle intercettazioni non rappresentano una prova di colpevolezza schiacciante per Rinaldi.
Proprio alla scarcerazione del presunto boss potrebbe essere collegata “la stesa” avvenuta poche ore dopo nel quartiere San Giovanni a Teduccio.
Gli agenti della Polizia di Stato, nel corso di controlli, durante la notte tra giovedì 12 e venerdì 13 aprile, hanno trovato 5 bossoli calibro 9×21 lungo via Sorrento, arteria principale del Rione Villa, la roccaforte del clan Rinaldi.
Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori, alla base del raid armato potrebbe esservi un festeggiamento per la scarcerazione del boss Ciro Rinaldi. Da diversi tempo impazza a San Giovanni a Teduccio una faida di camorra che si combatte anche e soprattutto a suon di “stese”, tra i Rinaldi e i Mazzarella per il controllo dei traffici illeciti nel quartiere.
Droga, racket e le altre attività illecite utili a rifocillare le casse del clan ed attestare la supremazia di un’organizzazione piuttosto che dell’altra, ma anche l’onore e vecchi rancori maturati negli anni: questi i motivi per i quali da più di un anno nel primo quartiere della periferia orientale di Napoli, i raid armati sono pressoché all’ordine del giorno.
Si spara per lanciare segnali intimidatori ai gregari del clan rivale, ma anche per festeggiare l’arresto di un elemento di spicco dell’organizzazione avversaria o la scarcerazione di un “pezzo da 90” come “My Way”.