Fabrizio Frizzi è morto nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 marzo all’ospedale Sant’Andrea di Roma, in seguito ad una emorragia cerebrale.
A dare l’annuncio del decesso del conduttore televisivo la moglie Carlotta, il fratello Fabio e i familiari, attraverso una nota.
Combatteva da tempo contro la malattia e lo ha fatto fino alla fine. La televisione italiana, oggi, piange uno dei suoi volti più puliti, benevoli e beneducati, sempre garbato e gentile, in un mondo che converge in tutt’altre direzioni e che molto spesso si fa portatore di ben altri linguaggi comunicativi.
Aveva compiuto 60 anni lo scorso 5 febbraio e anche in quell’occasione aveva sottolineato che la lotta contro il male non era finita.
Quel malore che lo aveva colpito a ottobre negli studi del quiz L’eredità era suonato come un campanello d’allarme: il ricovero, una serie di esami, le terapie, poi il ritorno su Rai1, al timone di nuovo dell’Eredità. “Sto combattendo, non è ancora finita. Ogni tanto, com’è normale, qualche momento di sconforto può esserci”, spiegava “ma l’affetto della famiglia, del pubblico e degli amici è una luce che illumina tutto. La vita è meravigliosa”.
Da allora, tutta l’Italia ha fatto il tifo per lui e tanti colleghi ed amici lo esortavano a non mollare.
Dopo le nozze con Rita Dalla Chiesa, Frizzi ha sposato Carlotta Mantovan ed è diventato papà di Stella. Molto geloso della sua vita privata, schivava i flash dei fotografi.
Tantissimi i programmi Rai marchiati dal suo sorriso solare: dall’esordio con Il barattolo nel 1980, poi Tandem e Pane e marmellata, a Scommettiamo che a Europa Europa, al preserale Luna park alla maratona benefica Telethon, fino a Miss Italia (che ha condotto per quindici anni) e I soliti ignoti, senza dimenticare le fiction di successo e l’esperienza all’Arena di Verona nella Vedova Allegra con Cecilia Gasdia e Luca Canonici, guest star Andrea Bocelli. Frizzi si era messo in gioco come concorrente di Tale e quale show convinto da Conti, conquistando il pubblico dei più giovani e i social.
Quando l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’ha nominato commendatore, nel 2015, non si è fatto pubblicità. “Non l’ho detto a nessuno perché sono una persona schiva e non sento il bisogno di dare visibilità a queste cose. Conoscevo Napolitano perché sotto la sua presidenza ho condotto nove volte la cerimonia ufficiale per l’inizio dell’anno scolastico. Fuori dal protocollo istituzionale è sempre stato cordiale e affettuoso, ma sia chiaro, proprio non mi aspettavo d’essere nominato commendatore”.
Anche nei mesi della battaglia contro la malattia, si era messo a disposizione: “Le priorità, dopo la paura e il ricovero, sono la famiglia e la salute. Se guarirò racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca”.
In prima fila se si tratta di solidarietà, ha condotto per anni La partita del cuore. Raccontò pubblicamente di aver donato il midollo, invitando gli italiani a seguire il suo esempio: “All’epoca il mio midollo risultò compatibile con quello di una bimba le cui condizioni erano preoccupanti. Ricordo di essere uscito dall’ospedale e di aver subito condotto la Partita del cuore di quell’anno. Sei anni dopo, la più bella sorpresa della mia vita. Ero ancora al timone della Partita del cuore, stava finendo la diretta e già scorrevano i titoli di coda, quando una ragazzina mi corse incontro per abbracciarmi. Capii subito che si trattava di Valeria, la bimba alla quale avevo donato il midollo e che era venuta a salutarmi dicendomi di essere la mia sorellina”.
“Grazie Fabrizio per tutto l’amore che ci hai donato”. “Con Fabrizio se ne va un pezzo di noi, della nostra storia, del nostro quotidiano”: così la Rai ha commentato la scomparsa dell’amatissimo conduttore.