A due mesi di distanza dalla morte di sua moglie Marina, si è spento anche Carlo Ripa di Meana. Deceduto a Roma, a 89 anni, a soli due mesi dalla scomparsa della moglie, avvenuta lo scorso 4 gennaio. Uomo politico e di cultura, socialista e ambientalista, Carlo Ripa di Meana era stato parlamentare e commissario europeo, ministro della Repubblica, presidente di Italia nostra, a lungo impegnato nelle battaglie per l’ambiente e la tutela dei beni culturali.
Carlo Ripa di Meana era nato a Pietrasanta il 15 agosto del 1929. Secondo di sette figli di una famiglia nobile, quella dei marchesi di Meana, sua madre Fulvia Schanzer era figlia del parlamentare e ministro giolittiano Carlo Schanzer. La passione giovanile e progressista per la politica si concretizza all’inizio degli anni Cinquanta, quando si avvicina al Partito comunista italiano e per conto del partito accetta di dirigere, a Praga, l’Unione internazionale degli studenti. Ed è lì che incontra per la prima voltra Bettino Craxi, rappresentante nelle università dell’Unione goliardica italiana, organizzazione studentesca di area laica e repubblicana e più avanti marcatamente di sinistra.
Al Partito socialista arriverà pochi anni dopo, seguendo lo stesso percorso di Antonio Giolitti, politico ed ex partigiano, leader della corrente revisionista uscita dal Pci in seguito ai fatti d’Ungheria, fra il ’56 e il ’57, per confluire nella sinistra del Psi. Alla fine degli anni Cinquanta Ripa di Meana dirige la rivista Passato e presente e all’inizio degli anni Sessanta entra nel comitato centrale del partito e all’inizio degli anni Sessanta comincia a frequentare il Club Turati – in seguito ne diverrà segretario – ritrovo milanese della sinistra anticomunista. Sono gli anni della frequentazione di Camilla Cederna e Luciano Bianciardi che gli dedicherà La vita agra, dell’amicizia con Gae Aulenti, Aldo Bassetti, Franco Momigliano, Alessandro Pizzorno, delle serate con Guido vergani e Giorgio Bocca, con Giulia Maria Crespi e Lina Sotis.
L’ingresso in politica risale al 1970 quando, alle prime elezioni regionali della storia dell’Italia repubblicana, in Lombardia, viene eletto consigliere del Psi, gli viene affidata la presidenza della Commissione statuto e la presidenza del Gruppo socialista. Fu presidente della Biennale di Venezia, dal 1974 al 1979.
Nel ’77 propone e realizza la Biennale del dissenso, un’edizione della rassegna veneziana con la quale il Psi apriva manifestamente le ostilità nei confronti dell’Unione sovietica e, di riflesso, contro il Pci. Nel 1979 Carlo Ripa di Meana venne eletto deputato al Parlamento europeo, incarico che ricoprì fino al 1984. Ma due anni prima aveva sposato la donna con la quale avrebbe trascorso i successivi trentacinque anni di vita. Marina e Carlo si sposeranno nel 1982 a Campagnano di Roma: nozze civili, i testimoni della sposa sono Alberto Moravia e Goffredo Parise, il testimone dello sposo è Bettino Craxi. Solo nel 2002 celebreranno un matrimonio religioso, a Monte Castello di Vibio, in Umbria.
Dal 1985 e fino al ’92 Carlo Ripa di Meana è Commissario europeo alla Cultura e Ambiente. mentre ministro dell’Ambiente lo diventa con il primo governo Amato, nel giugno del 1992, per dimettersi però neanche un anno dopo, a marzo del 1993, dopo aver votato contro la proposta del cosiddetto “colpo di spugna”, ovvero il decreto Conso (allora ministro della Giustizia)-Amato sul finanziamento pubblico dei partiti che depenalizzava i finanziamenti illeciti precedenti, con valore retroattivo per gli inquisiti di Mani Pulite.
Alla metà degli anni Novanta Ripa di Meana è portavoce nazionale dei Verdi, per i quali viene di nuovo eletto deputato al Parlamento Europeo, incarico che ricopre fino al giugno 1999. L’anno successivo viene eletto consigliere regionale in Umbria, fino al 2005, ma intanto dal 2001 è presidente del Cnp, il Comitato nazionale del paesaggio, il cui impegno prioritario è la battaglia contro l’eolico selvaggio e per la tutela dei centri storici e dei monumenti. In seguito sarà anche presidente dell’associazione ambientalista Italia Nostra, presidente della sezione di Roma della stessa associazione, presidente onorario dell’Associazione italiana per la Wilderness Onlus.
Dell’impegno nella politica e nell’ambientalismo vi è ampia testimonianza negli scritti di Ripa di Meana, da Il governo audiovisivo. Riforma e controriforma della radiotelevisione (1973) a Adieu à la terre (1992), da Una politica per la terra (1993) a Sorci verdi (1997) per citare solo alcune delle sue pubblicazioni.