Contro le “violenze sconvolgenti” delle baby gang “dobbiamo schierare un esercito di insegnanti”. Lo ha detto il Pg di Napoli Luigi Riello nella sua relazione per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2018 che eccezionalmente non si è svolta nella consueta cornice di Castel Capuano, ma nel Maschio Angioino.
Diminuisce il numero complessivo dei reati (omicidi passati da 63 a 33 di cui 26 legati alla criminalità organizzata, furti, rapine, violenze sessuali, a fronte di un aumento dei reati collegati alla droga, usure e incendi), riduzione del 4% anche delle pendenze nel settore civile, aumento nella stessa percentuale nel settore penale, riduzione dei processi conclusi per prescrizione (da 39 a 27,6 per cento). Sono alcuni dei dati contenuti nella relazione del presidente della Corte di Appello di Napoli Giuseppe De Carolis de Prossed che nonostante la riduzione dei delitti più gravi, come quelli predatori, ha precisato che “restano alti l’allarme sociale e la percezione di insicurezza dei cittadini”. Per quanto riguarda la camorra, nelle fila delle organizzazioni “militano sempre più giovani attratti dal miraggio di facili guadagni”.
“Egemonia culturale non nelle mani dei galantuomini, ma dei delinquenti”: così Luigi Riello, procuratore generale di Napoli, in uno dei più duri passaggi della sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“Perfino in società più omertose e più abituate al dominio della violenza la “parte buona” della popolazione è riuscita a farsi sentire nei momenti topici e a provocare una ribellione morale che qui da noi non scatta mai – ha proseguito il procuratore – Una ribellione morale come quella che a Palermo, dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, si tradusse in una forte e inequivocabile reazione civile che sorresse la risposta dello Stato. Qui no, se si eccettuano qualche corteo o fiaccolata a cadaveri caldi. Poi silenzio, anzi un muro di omertà”.
Riello ha parlato anche del crescente fenomeno delle baby gang criminali, sottolineando che possono essere affrontate soltanto con “un esercito di insegnanti, una scuola che funzioni”. “Non siamo qui per diffondere allarmismi – ha aggiunto – ma nemmeno per nascondere la testa sotto la sabbia e far finta che vada tutto bene. Le violenze sconvolgenti che vedono minorenni come protagonisti e vittime sono solo l’ultimo anello di una catena di fatti pur diversi che concretizzano gravissime ferite al livello di civiltà e vivibilità di questa nostra terra splendida e vitale”.
“I tanti cittadini onesti non rimangano inerti a guardare le azioni dei delinquenti ma facciano anch’essi la loro parte per aiutare le forze dell’ordine e la magistratura – ha concluso – ad assicurare la giustizia in questo territorio e garantire i diritti di tutti contrastando la violenza e la prevaricazione di pochi”.
Non si è fatta attendere la replica del sindaco di Napoli Luigi de Magistris: “Non sono d’accordo – ha detto il primo cittadino a proposito delle dichiarazioni di Riello – È una affermazione profondamente ingenerosa nei confronti della stragrande maggioranza dei napoletani che ha scelto di riscattare questa comunità, dei napoletani che sono diventati protagonisti del loro destino e che sono le vittime di pochi delinquenti”. “Oggi l’egemonia culturale a Napoli – ha concluso – è fatta delle tante associazioni, dai comitati, dai movimenti sociali. Non vedo una Napoli al capolinea che si deve riscattare, ma una Napoli che si sta già riscattando”.“