L’avevamo documentata appena 4 mesi fa, la facilità con la quale chiunque può accedere all’interno della discarica a cielo aperto di via Carlo Miranda a Ponticelli.
Un video girato in pieno giorno, poche settimane dopo l’affrancatura dei sigilli da parte della polizia municipale al cantiere dismesso da decenni, per inibire l’accesso all’area. Eppure, due donne passeggiano indisturbate, in pieno giorno, tra rifiuti di qualsiasi tipo. Una scorciatoia praticata da parecchi residenti in zona per raggiungere il centro abitato del quartiere, ma che ben lascia intendere “la leggerezza” con la quale il terreno è gestito da sempre da parte delle autorità competenti.
Nell’ambito del piano di riqualificazione del Rione De Gasperi, negli anni precedenti, contestualmente all’assegnazione delle nuove case edificate in via De Meis, il comune di Napoli indicò proprio il cantiere dismesso di via Carlo Miranda come l’area destinata ad accogliere i nuovi edifici di edilizia popolare. Il tutto, fin qui, si è concluso con un nulla di fatto, per l’assenza di fondi da investire in questa mission.
L’ampio terreno resta così sempre più incolto e abbandonato e lasciato in balia dei malintenzionati che, nel corso degli anni, si sono letteralmente impadroniti di quel terreno. Dalle carcasse di auto rubate ai rifiuti speciali, come servizi igienici, frigoriferi, lavatrici, fino alla lamiere in amianto e ai calcinacci.
Grazie a una segnalazione degli abitanti in zona, l’estate scorsa fu scoperto lo sversamento illecito di rifiuti speciali che avveniva nel cuore della notte, finanche con il supporto di ruspe pronte a scavare per interrare materiale altamente tossico e sostanze radioattive.
In estate, quel terreno e i rifiuti che è stato costretto a fagocitare, sono stati oggetto di incendi piuttosto estesi che hanno cosparso nell’aria sostanze altamente tossiche. Aria respirata dai residenti in zona e che ha contaminato frutta, ortaggi, acqua. Un silenzioso disastro ambientale che ha maturato solo vittime, alle quali non sono mai stati consegnati carnefici.
I residenti in zona hanno raccontato di aver visto giungere in un lampo, accanto alla vasta area che s’interpone tra il parco Merola e via Carlo Miranda, gruppi di persone in sella a potenti scooter con il volto coperto da bandane e passamontagna, che avrebbero appiccato gli incendi, per poi darsi alla fuga.
Dietro gli incendi che l’estate scorsa hanno avvolto il quartiere in una fitta nube di fumo nero, non vi è dunque la perversa mente di un piromane, ma un disegno criminale che seguiva un piano ben preciso, finalizzato a “cancellare le tracce” e liberarsi dei rifiuti, probabilmente per riutilizzare quei terreni nello stesso modo, più e più volte.
Un piano che qualcuno ha messo in pratica anche durante la notte tra giovedì 25 e venerdì 26 gennaio.
Un altro incendio è divampato nella notte, nel cantiere di viale Carlo Miranda. Quell’area che dovrebbe essere resa inaccessibile, sia di giorno che di notte, in quanto sotto sequestro, torna a bruciare.
Sul posto sono giunti i Vigili del fuoco per domare le fiamme, ma anche gli agenti del locale commissariato che stanno effettuando i rilievi del caso per risalire alla natura dell’incendio.
Qualora venisse accertata l’origine dolosa, resta da capire “cosa” è stato incendiato e quale fosse l’intento del raid, quindi se voluto per occultare qualche “oggetto scomodo” o “il solito ammasso di rifiuti”.