Quello con i “fuocarazzi di Sant’Antonio” è uno degli appuntamenti più attesi dagli scugnizzi napoletani. La notte del 17 gennaio, come impone la tradizione, vengono appiccati dei falò alimentati da legna ricavata da vecchi mobili o alberi di Natale.
La scorsa notte, il rituale è stato segnato da episodi di violenza con sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine. Momenti di tensione si sono registrati in diverse aree della città in cui erano in corso i classici rituali legati alla notte del 17 gennaio.
In Piazza Sanità, durante un intervento delle forze dell’ordine, si è registrato un lancio di sassi e di altri oggetti. Analoga situazione è stata segnalata in Piazza Mercato dove un carabiniere per rincorrere un ragazzino è scivolato e si è procurato delle contusioni, medicate al vicino ospedale Loreto Mare.
Sequestrati ingenti quantitativi di legname.
Un rituale che richiede una lunga e complessa preparazione che prevede diversi step: reperire il materiale destinato ad alimentare il fuoco, in primis e questo, di per sè, spiega perchè nelle settimane precedenti, gli alberi di Natale vanno a ruba, nel pieno senso del termine. L’albero esposto all’interno della Galleria Umberto rappresenta una sorta di “bottino di guerra”, il punto d’onore conteso dalle varie bande che si destreggiano tra i vicoli a caccia di legname e altro materiale utile ad alimentare le fiamme, durante il falò della notte del 17 gennaio. Un altro problema da risolvere per le baby gang è la ricerca di nascondigli sicuri per occultare legno e derivati, molto spesso rubati. I palazzi e le vecchie case abbandonate sono le soluzioni predilette. Un’escalation di sotterfugi, raggiri e reati minori che si avvicendano fino alla notte di Sant’Antonio: le baby gang si sfidando, da sempre, “a colpi di fuoco”. L’intento da perseguire, infatti, è quello di appiccare il falò più imponente, quindi animato da fiamme alte e capaci di durare a lungo. Questo spiega perchè c’è tanto accanimento nella “caccia al legname” e perchè questa festa è così partecipata e sentita.
La rivalità è forte e lo spirito di competizione non è di certo da meno. Inoltre, “combattere uniti per raggiungere la vittoria a qualsiasi costo” è un sentimento che concorre e non poco ad educare i giovanissimi all’affiliazione, tant’è vero che molti giovani che si perdono tra le briglie della malavita raccontano trascorsi da scugnizzo dedito alla caccia di legname per i fuocarazzi, insieme agli amici del vicolo o del rione. In tanti casi, dunque, gruppi di giovani ragazzi si addentrano in alcune dinamiche che li proiettano in scenari che vanno ben oltre i semplici rituali ai quali adempiere per rispettare una tradizione, affinchè non si estingua.