Jeff Bezos, l’amministratore delegato di Amazon, ovvero l’uomo più ricco al mondo, con un patrimonio da oltre 105 miliardi di dollari, ha compiuto un gesto simbolico, da ritenersi molto di più di una “generosa donazione”.
Bezos e la moglie MacKenzie hanno deciso di donare 33 milioni di dollari per fare studiare i “Dreamers”, individui arrivati da bambini negli Stati Uniti e ancora senza un permesso di soggiorno.
Il gesto che ha sta facendo discutere non solo per la magnanimità del “papà” di Amazon, ma soprattutto perchè matura in un momento storico in cui il tema Dreamers è un argomento molto caldo: proprio in questi giorni, infatti, il congresso americano sta decidendo i provvedimenti da adottare, nel peggiore dei casi, rischiano l’espulsione.
Dopo avere firmato nei giorni scorsi, insieme a oltre 100 Ceo d’America, una lettera destinata a Capitol Hill affinché si trovi al più presto una soluzione legislativa per quelle persone, Bezos ha attinto alla sua esperienza personale ricordando che suo padre (quello adottivo) arrivò negli Stati Uniti da solo, all’età di 16 anni e senza essere in grado di parlare inglese.
Nel comunicato diffuso da TheDream.US, la no-profit che ha annunciato la donazione di Bezos e la cui missione è garantire un’istruzione universitaria ai Dreamers, il Ceo di Amazon ha detto: “Mio padre giunse in Usa quando aveva 16 anni come parte dell’Operation Pedro Pan”.
Si tratta di un programma che tra il 1960 e il 1962 portò in Usa oltre 14.000 bambini dall’Avana (Cuba); quello fu il più grande esodo di minori non accompagnati nell’emisfero occidentale.
“Con molto coraggio e determinazione – e l’aiuto di organizzazioni fenomenali in Delaware – mio padre divenne un cittadino straordinario e continua a rendere il favore al Paese che lo ha benedetto in modi diversi”, ha aggiunto Bezos. Colui che nel 1994 in un garage fondò Amazon – originariamente un rivenditore online di libri diventato un colosso del commercio elettronico che sta aumentando la sua presenza nel settore retail tradizionale e magari anche in quello farmaceutico – non ha spiegato i dettagli relativi al padre. Fu Brad Stone, di Bloomberg Businessweek, a gettare luce in un libro su Amazon e sulla storia famigliare di Bezos. Il padre biologico, Ted Jorgensen, aveva 18 anni quando mise incinta Jacklyn Gise, 17enne. I due si sposarono prima della nascita del figlio ma il matrimonio durò solo 17 mesi. Tre anni dopo il divorzio, Gise sposò un altro uomo, Miguel Bezos, il cubano che imparò da solo l’inglese e che finì per lavorare nel colosso petrolifero Exxon Mobil. Miguel adottò Jeff, dandogli il suo cognome. In una intervita alla rivista Wired nel 1999, Bezos disse di “non avere mai visto” Jorgensen anche se l’inizio della sua vita fu con lui. “Per quel che mi riguarda”, disse, “mio padre (Bezos) è il mio papà naturale.”