Vittoria (Ragusa), 2 gennaio 1999 – Rosario Salerno, 28 anni, e Salvatore Ottone, 27 anni, furono le vittime innocenti di quella che è ricordata come la strage di San Basilio.
All’imbrunire un commando di killers fece irruzione all’interno del bar della stazione di servizio Esso, all’ingresso della città di Vittoria, uccidendo 5 persone.
Angelo Mirabella, referente del clan della stidda di Vittoria, Rosario Nobile, e Claudio Motta, ritenuti affiliati al clan Dominante e i due giovani che in quel momento si trovavano casualmente nel bar. Cinque vite crivellate da una pioggia di proiettili. Si salvò solo il barista, che ebbe la prontezza di rannicchiarsi sotto il bancone.
Dopo 14 anni di indagini, processi e testimonianze dei collaboratori di giustizia, nel gennaio del 2013, fu ricostruita la verità sulla strage: venne ordinata dai clan Piscopo ed Emmnauello di Gela, rivali della «Stidda» vittoriese, che intendevano così estendere il proprio predominio anche nella provincia di Ragusa.