La storia di Raffaele Mastellone inizia a Boscotrecase e finisce in Germania.
Come molti figli di una generazione sciagurata, anche Raffaele è approdato altrove in cerca di una collocazione lavorativa che potesse soddisfare appieno le sue ambizioni e, in particolare, la sua passione per la cucina che lo porta all’età di 14 anni a destreggiarsi tra i fornelli.
“Ricordo che tutto è iniziato per evadere dalla scuola e trovare un modo per crearmi un’indipendenza economica. – racconta Raffaele – Nella scuola non ci ho mai visto futuro, sapevo che dopo dieci anni non esistevano più posti fissi e quant’altro, sapevo che non sarebbe cambiato niente e che sicuro le cose potevano e potranno solo peggiorare. Ero tra i primi della classe ed è stato un trauma per tutti quando lasciai .. Da allora ho passato più tempo in una cucina che in qualsiasi altro posto. Pian piano ho perso amori, amici, affetti ma per un solo scopo il futuro..
Appena ho compiuto 18 anni, maturò in me la voglia di evadere da quel paese, nel quale le mie ambizioni stavano troppo strette. Boscotrecase, purtroppo, mi aveva dato tutto, soprattutto tante delusioni, perché non mi sentivo capito, ma solo e sempre giudicato.
Così decisi di lasciare tutto per andare in Germania: il giorno che partii, in aereo giurai a me stesso che non sarei tornato a mani vuote, non potevo, dovevo ripagare le lacrime dei miei genitori all’aeroporto. Avevo 21 anni, un bagaglio a mano e non avevo ancora nemmeno prenotato l’hotel per andare a dormire la prima sera.
Da allora ne ho passate tante, di cotte e di crude, ma mi sono preso le mie soddisfazioni.
L’obbiettivo da raggiungere era sempre e solo uno: aprire il mio locale.
Fin da subito intuì che all’estero la cucina Italiana è stata rappresentata da persone sbagliate e tutt’altro che italiane.
Da mangiatore seriale di pizza, ho cercato i locali migliori: una ricerca durata due anni, nell’arco dei quali ho mangiato pizze con impasti non lievitati e anche con l’aggiunta di uova o addirittura panna, cotte in forni elettrici per 4-5 minuti.
“La delusione” che incassavo tutte le volte che assaggiavo una di quelle imitazioni riuscite malissimo della nostra amatissima pizza, in me faceva accrescere il desiderio di portare la cucina originale, tipica, buonissima e caratteristica di Napoli qui in Germania. Mentre gestivo la cucina di un ristorante a Bonn decisi di iniziare a lavorare per realizzare la mia versione della pizza napoletana.
Da autodidatta, nel giro di circa cinque mesi, fui in grado di preparare un buon prodotto. D’altronde avevo già dimestichezza con gli impasti, avendo lavorato quasi due anni in una pasticceria di Pompei.
La mia “caccia ad una buona pizza in Germania” non si fermò e fu così che conobbi un ragazzo italo-tedesco (un folle!) che è partito da Napoli portando con sè praticamente tutto quello che occorre per sfornare la vera pizza napoletana.
Una mattina, tramite facebook, presi appuntamento con lui e mi precipitai nel suo ufficio.
Gli dissi semplicemente: “Voglio lavorare con te!”
La sua risposta fu: “E tu chi sei!?”
Aveva da poco aperto il primo “Nennillo” a Koln: una pizzeria fantastica, stile industry, dove ti senti a Napoli. La pizza è buonissima e i prodotti tutti tipici, importati da lui stesso.
Fu così che tornai in Italia per frequentare un corso di pizza gourmet con impasti a mano e farina macinata a pietra.
Quando sono tornato in Germania, abbiamo aperto un altro aperto un altro “Nennillo”: lo abbiamo chiamato lab, perchè auspichiamo che rappresenti il cuore degli altri locali che apriremo, tutti con prodotti rigorosamente importati dal sud.
Oltre alla pizza, abbiamo la mozzarella di bufala, salumi, formaggi, vini campani e pugliesi.”
Ai tedeschi piace la pizza napoletana?
“La pizza è apprezzata, ma non da tutti. Tante persone, soprattutto le più anziane che non conoscono il prodotto originale, fanno difficoltà ad accettare quella che ai loro occhi e per le loro papille gustative è una novità, un cambiamento, mentre i turisti che hanno visitato Napoli apprezzano moltissimo la nostra pizza.”
Io ora mi occupo di gestire il lab, dove sperimento nuovi impasti e non solo: il nostro progetto è quello di far conoscere la pizza napoletana e diffonderne la cultura in Germania il più possibile, aprendo nuovi locali e non solo.
Abbiamo chiamato il progetto missione pizza napoletana.
Per il 2018 abbiamo intenzione di inaugurare un altro locale. È bellissimo portare i tuoi valori e la tua cucina in un altro Paese, sono felicissimo perchè dopo tanto duro lavoro sto vedendo qualche risultato e non intendo fermarmi.”
Cosa vuoi dire ai ragazzi che vivono in Italia e che condividono le tue stesse perplessità sul futuro?
“Se credono che all’estero sono tutte rose e fiori si sbagliano, nessuno ti regala niente. Né in Germania, né in altri Paesi.
Quello che conta è avere degli obiettivi, dei sogni e la determinazione necessaria per far sì che non restino tali, perché solo chi si mette in gioco, solo chi sbaglia e solo chi fa dei sacrifici potrà ottenere un successo.”
Cosa ti manca dell’Italia?
“Dell’Italia mi manca poco e niente, quando la nostalgia prende il sopravvento, prendo il primo aereo e in due ore sono a casa..
L’unica cosa che mi manca è la mia famiglia, per quanto riguarda il resto sono, posso fare a meno di tutto. Quello che conta è stare bene con sè stessi, così, ovunque vai e ovunque ti trovi, la tua casa sei tu!”