La ThyssenKrupp è un azienda tedesca, la più importante nel settore siderurgico ed è stata la prima ad accogliere incidenti sul lavoro, in Italia, infatti, non era mai stato trattato un processo simile. La società arrivò a Torino negli anni novanta e acquistò solo nel 1994 la “Acciai speciali di Terni” di cui faceva parte anche l’ impianto di Torino. La produzione era specializzata a Terni e per questo motivo, nel 2005, avrebbero dovuto chiudere l’ impianto di Torino, ma per una serie di ragioni, la società rinviò la chiusura.
Era la linea numero 5, la prima ad essere chiusa e spostata.
L’ incidente.
Poco dopo l’ una di notte, sulla linea 5 dell’ acciaieria di Torino, sette operai vengono investiti da una fuoriuscita di olio bollente. Tutti gli operai accorrono per cercare di spegnere l’ incendio. Il primo operaio accorso all’ incendio era Antonio Schiavone che ne resta carbonizzato dopo che il tubo che contiene olio bollente ad alta pressione, cede. Il tubo si trasforma in un vero e proprio lanciafiamme con una temperatura di ben 800°. All’ 1.15 del mattino, arrivano le ambulanze e i feriti vengono trasportati in ospedale. Nei giorni seguenti, moriranno altre 6 persone rimaste ferite in modo grave tra cui : Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino.
Nella notte tra il 5 e 6 dicembre 2007, l’ impianto si trovava a corto di personale, alcuni erano stati trasferiti a Terni e altri, invece, vennero licenziati, inoltre, la manutenzione degli impianti venne ridotta e il corso di antincendio (obbligatorio per legge) non era stato completato da nessuno degli operai, il telefono per chiamare i soccorsi era staccato, la manichetta dell’acqua rotta e gli estintori tenuti scarichi, quindi, non a norma di legge.
La tesi dell’ accusa:
I dirigenti della Thyssen conoscevano le condizioni di precaria sicurezza in cui lavoravano gli operai e nonostante questo non hanno fatto nulla per migliorare la struttura. Erano consapevoli dei rischi che ogni giorno correvano i lavoratori, ma non sono intervenuti, perché lo stabilimento di Torino sarebbe stato dismesso dopo pochi mesi.
Le sanzioni
La corte d’ Assise di Torino, ha condannato a 16 anni e mezzo di reclusione l’ amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, accusato di omicidio volontario. Cosimo Cafueri, Giuseppe Salerno, Gerald Priegnitz e Marco Pucci, sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi per omicidio e incendio colposi e omissione delle cautele antinfortunistiche. Daniele Moroni, è stato condannato a 10 anni e 10 mesi.
A distanza di 10 anni, la corte d’ appello presieduta da Giangiacomo Sandrelli ha rettificato la pena.
Per Harald Espenhahn la pena è diminuita di ben sei anni. Anche per gli altri imputati ci sono state delle rettifiche: sette anni a Gerald Piregnitz e Marco Pucci, otto anni e 6 mesi per Raffaele Salerno, 8 anni a Cosimo Cafueri e 9 anni per Daniele Moroni.
«Questa è la giustizia italiana, che schifo», gridano famigliari e amici dei sette operai morti.